Così la Cina mette in regola il settore bio

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 Lo standard biologico cinese è stato istituito nel 2005, così come le regole di etichettatura specifiche per tali prodotti. Sin da allora il mercato è cresciuto in maniera molto veloce, in particolare dopo il 2008. Allo stesso tempo, purtroppo, tale crescita è stata accompagnata da notizie negative, quali false o errate etichette sui prodotti, residui sui prodotti, certificazioni concesse in modo inappropriato e così via.

Allo scopo di chiarire il mercato e di proteggere i diritti dei consumatori, le autorità cinesi iniziarono un processo di revisione dello standard e delle regole di etichettatura. La nuova revisione dello standard (2011) è entrata in vigore il 1° marzo, mentre le nuove regole nel loro complesso saranno fatte osservare completamente dal prossimo 1° agosto.

 

I principali cambiamenti che avranno effetti anche sulle produzioni biologiche importate in Cina sono le seguenti:

1. le nuove regole includono una lista positiva di prodotti certificabili secondo lo standard cinese. I prodotti che non sono sulla lista (NDT: es. miele) non possono essere certificati in quanto devono essere prima aggiunti alla lista, seguendo la procedura di richiesta all’autorità cinese;

2. ogni prodotto presente sul certificato di una azienda deve essere soggetto a prove analitiche per determinare l’assenza o meno di sostanze proibite, secondo una valutazione del rischio da parte dell’ente di certificazione;

3. i prodotti biologici importati in Cina devono soddisfare i requisiti del regolamento biologico cinese ed ottenere il marchio di certificazione cinese in accordo con le normative vigenti;

4. quando i prodotti biologici sono presentati alla dogana per l’ispezione e la quarantena, una copia del certificato BIO in lingua cinese, una copia del certificato di transazione, le etichette dei prodotti, il marchio di certificazione e altra documentazione deve essere fornita;

5. è proibito l’uso di etichette o testi che si riferiscono alla produzione biologica, quali “biologico” o “in conversione al biologico” su prodotti o packaging destinati al consumatore finale nei casi di: prodotti non certificati; prodotti certificati ma che sono ri-processati o ri-etichettati in stabilimenti non certificati; prodotti ottenuti nel primo anno di conversione;

6. le organizzazioni certificate possono usare il marchio cinese per i prodotti biologici riportante il codice unico di identificazione (numero progressivo) e il nome dell’organismo di certificazione sia sui prodotti che sull’unità di vendita al consumatore finale. Sono ammesse due modalità di etichettatura: tramite etichette adesive fornite dall’organismo di certificazione (stickers), oppure tramite stampa diretta (del marchio cinese per i prodotti biologici e del codice unico e nome dell’organismo di certificazione) direttamente sul prodotto o sull’unità di vendita al consumatore finale.

Il nuovo sistema di etichettatura è obbligatorio a partire dallo scorso 1° luglio.

WIT è uno dei tre principali enti di certificazione dei prodotti biologici in Cina, tra i 23 ad oggi autorizzati. La sede principale si trova ad Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang, ma controlla operatori in tutto il territorio cinese ed anche nel resto del mondo per gli scopi dell’import. Dal 2010 WIT ha iniziato a certificare anche importanti clienti italiani in conformità con il regolamento biologico cinese, quali il Pastificio Felicetti, Bioitalia e l’Oleificio Ranieri.

(fonte: CCPB newsletter)

 

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