Legambiente denuncia: SOS rifiuti in Calabria

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È ancora emergenza rifiuti in Calabria. Lo denuncia Legambiente. Alla vigilia delle festività natalizie, è tornato il caos tra Reggio e Catanzaro, invase dalla spazzatura a causa della chiusura delle discariche. Un nodo, quello dei rifiuti calabresi, sempre rinviato e mai affrontato con la giusta attenzione e sistematicità.

‘Un tema che va affrontato di petto – dichiara Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – ma fuori dalla logica nefasta dell’emergenza che ha condotto la regione sulla soglia del disastro ambientale. La via della differenziata è l’unica in grado di risolvere e anzi trasformare in opportunità la questione dei rifiuti’.

A un anno di distanza dalla crisi, altrettanto grave, dell’autunno 2011 si riapre dunque la questione discariche. Una questione mai seriamente affrontata in Calabria. Pianopoli, Alli (in provincia di Catanzaro) e Casignana (nella Locride) sono ormai al collasso né sono ipotizzabili forzature in territori che, alla luce dei recenti scandali, hanno già pagato un prezzo altissimo in termini di inquinamento ambientale e necessiterebbero piuttosto di una seria bonifica.

Mentre a Catanzaro ci si prepara ad affrontare il nuovo anno con i cumuli di rifiuti a fare da coreografia, a Reggio prosegue la crisi della raccolta, in relazione alle difficoltà dell’impianto di Sambatello, a cui si aggiungerà quello di Casignana fino al 31 dicembre. Una soluzione tampone voluta dal Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Calabria proprio per accelerare il ritorno alla ‘normalità’ in riva allo Stretto.

‘Il disastro dei rifiuti in Calabria è figlio del fallimento della politica – dichiara Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – ma nulla è irrecuperabile anche in situazioni di grave crisi. In Campania tanto per fare un esempio i comuni che nel 2011 avevano una raccolta differenziata superiore al 60% sono stati ben 161. Per voltare pagina definitivamente anche in Calabria si devono replicare le buone pratiche gestionali di raccolta domiciliare in tutti i comuni sul modello di quanto fatto ad esempio a Roccella Ionica.

Lo stesso devono fare i capoluoghi di provincia replicando quanto già fatto a Salerno, dove grazie ad una raccolta domiciliare secco/umido per i suoi 140mila abitanti la differenziata sfiora il 70%. Lo stesso è avvenuto per i 100mila abitanti di Andria in Puglia. Basta con le emergenze, i commissariamenti, le mega discariche e la politica che fa finta di nulla. Servono piani di raccolta differenziata porta a porta, impianti di recupero dei rifiuti, a partire da quelli per la frazione organica mediante digestione anaerobica, per minimizzare una volta per tutte lo smaltimento dei rifiuti che ancora oggi la fa da padrone in Calabria’.

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