Donato Rotondo (Confagricoltura): “Il Bio è un settore importante, ma necessita di un mercato sostenibile”

DONATO ROTONDO

Condividi su:

Facebook
Twitter
LinkedIn

“Agricoltura vs ambiente: causa del problema o parte della soluzione?” Il tema ha tenuto banco all’Agrifood Forum ‘25 organizzato da Rinnovabili in collaborazione con Confagricoltura. Sul fatto che l’agricoltura italiana non sia un problema per l’ambiente ma abbia, anzi, un’impronta di alta sostenibilità, non ha dubbi Donato Rotondo, direzione Area Sviluppo Sostenibile e Innovazione di Confagricoltura, intervistato da GreenPlanet a margine del Forum. “L’agricoltura italiana – ci ha detto Rotondo – ha intrapreso da diversi anni un percorso importante per equilibrare nel modo migliore possibile l’obiettivo della produttività e competitività con quello di avere il maggiore rispetto possibile delle risorse naturali. Questo è un concetto che si sta sviluppando sempre più”.

Sui vari sistemi di produzione green, “Non mi sento di dire che c’è uno che vince – ha sottolineato il dirigente Confagricoltura -, vorrei evitare contrapposizione tra le diverse agricolture. Ognuno sceglie il proprio metodo di produzione garantendo una serie di risultati sia sull’impresa agricola, sia sul consumatore e l’ambiente”.

“Sulla produzione integrata – ha aggiunto Rotondo – i dati ci dicono che sta aumentando gradualmente il numero delle imprese certificate integrate, e abbiamo il piano di azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che darà una ulteriore mano allo sviluppo dell’integrato. Per quanto riguarda il biologico, parliamo di una realtà molto importante, l’Italia è uno dei principali player mondiali, sia per superfici che numero di aziende e operatori”.

– Che peso ha il biologico all’interno degli associati di Confagricoltura?

“Siamo sul 20-22% delle imprese aderenti, quindi anche nel nostro ambito il bio è un settore importante. Il tema su cui ci impegniamo è che il biologico sappia stare e rimanere sul mercato. Quello che è accaduto negli ultimi anni sui mercati europei è che il bio non sta ottenendo i risultati economici che ci si aspetta, a fronte anche dei vari problemi che ci sono nella coltivazione. Quindi il problema è garantire un mercato che abbia un suo valore. Occorrerebbe forse riorganizzare alcuni incentivi europei per indirizzare maggiormente il settore verso i mercati. Il grosso problema che abbiamo avuto con il Green Deal sono stati obiettivi troppo ravvicinati, troppe norme, troppi vincoli che hanno provocato un forte rigetto da parte dell’imprenditore agricolo e questo ha riguardato anche il biologico”.

– Come sostenete e organizzate supporto alle imprese bio aderenti a Confagri?

“In particolare per il comparto abbiamo costituito lo scorso luglio un’associazione che si chiama ConfagriBio (vedi news), associazione che stiamo organizzando in questi mesi. L’obiettivo è rafforzare servizi e assistenza alle imprese, anche con particolare attenzione al mercato estero. Sicuramente manca forza organizzativa da parte degli imprenditori di arrivare in modo efficace sul mercato estero dove invece c’è tanta richiesta, il nostro obiettivo è quindi dare supporto alle imprese e aiutarle a superare quelle difficoltà che in questo periodo sicuramente ci sono”.

Cristina Latessa

Seguici sui social

Notizie da GreenPlanet

news correlate

INSERISCI IL TUO INDIRIZZO EMAIL E RESTA AGGIORNATO CON LE ULTIME NOVITÀ