La truffa dei sacchetti “biodegradabili”: un mercato illegale che inquina l’ambiente e vale 100 milioni di euro

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Una truffa legata ai sacchetti “biodegradabili” si sta diffondendo in diverse parti d’Italia, in particolare a Napoli, secondo quanto riportato dalla testata Panorama. Nonostante le severe normative europee e italiane, che vietano la vendita di sacchetti in plastica non compostabile, molti commercianti offrono prodotti falsamente etichettati come biodegradabili. Questo mercato illecito, alimentato da prodotti provenienti dalla Cina e da fabbriche italiane, è molto lucrativo. Il prezzo basso e la grande richiesta hanno dato vita a un traffico illegale che genera profitti stimati attorno ai 100 milioni di euro.

Le autorità stanno cercando di contrastare il fenomeno attraverso sequestri e sanzioni, ma la portata della truffa rimane imponente. I sacchetti contraffatti, che spesso non rispettano gli standard di compostabilità, rappresentano una minaccia ambientale significativa poiché non si degradano facilmente, contribuendo all’inquinamento plastico e ostacolando gli sforzi per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti. Questo traffico illecito trova terreno fertile a causa della domanda crescente di sacchetti a basso costo, soprattutto tra piccoli commercianti che cercano soluzioni economiche.

Il problema solleva preoccupazioni non solo a livello ambientale, ma anche economico, in quanto i sacchetti legittimi e compostabili hanno costi di produzione e vendita più elevati, mettendo in difficoltà i produttori onesti e i consumatori che desiderano fare scelte ecologiche. Il contrasto efficace a questo fenomeno richiederebbe una maggiore sorveglianza del mercato e un’applicazione più rigorosa delle normative, ma la vastità del commercio illegale rappresenta una sfida complessa.

 

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