La pioggia minaccia api e miele, boom per i funghi

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I temporali e la pioggia record registrata a luglio fanno prevedere un taglio alla produzione di miele. Le api non volano per la troppa pioggia e non riescono a raggiungere il nettare dei fiori indispensabile per la produzione di miele made in Italy il cui raccolto rischia di essere pesantemente ridimensionato. Le piogge intense, unite alle basse temperature, hanno ‘affaticato’ le api, tanto che il raccolto di miele italiano rischia di essere seriamente compromesso e disomogeneo per aree.

Al Nord e al Sud i dati più preoccupanti: l’apicoltura registra una pessima stagione produttiva con percentuali che sfiorano il meno 70 per cento. Appena meglio nelle regioni centrali dove il calo della produzione dovrebbe attestarsi sul 40 per cento. Un danno considerevole per un settore che vale 70 milioni di euro, impiega 50 mila apicoltori e sfiora quota 1,1 milioni di alveari in tutto il Paese, per una produzione media di 200 mila quintali di miele l’anno. Ma a preoccupare, se le condizioni di maltempo dovessero perdurare, sono anche gli effetti sull’intero settore agroalimentare.

“Quando si parla di api non si parla solo di miele – ricorda Hubert Ciacci, presidente della ‘Settimana del Miele’, gli stati generali dell’apicoltura in programma a settembre a Montalcino, in Toscana – ma anche di agricoltura e della produzione di tutti quei prodotti che comunemente portiamo sulle nostre tavole, dalle mele alle mandorle, dalle pesche alle pere, dalle melanzane all’uva, dai cetrioli alle fragole, solo per citare alcune delle 71 colture su 100 che provvedono all’alimentazione umana, le quali vengono impollinate dalle api. Un ‘servizio’ valutato 3,5 miliardi di euro’. 

Oltre agli effetti sulle api, il maltempo sta sconvolgendo anche i cicli vegetativi delle piante, con l’allungamento dei tempi di crescita di molte colture. In compenso, l’estate pazza con un mese di giugno e luglio da record per piovosità ha provocato uno straordinario boom fuori stagione per i funghi con le raccolte che sono già avviate anche con un mese di anticipo soprattutto al Nord.

Gli appassionati sono già al lavoro senza aspettare l’autunno spinti da riscontri positivi confermati da tutti gli indicatori disponibili.

Le buone prospettive per la raccolta di funghi sostengono la crescita del turismo ecologico nelle aree verdi che ha raggiunto in Italia il record storico di sempre a 12 miliardi nel 2013 con un progressivo aumento del fatturato, in controtendenza rispetto alle vacanze tradizionali.

 

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