L’Italia green può salvare l’economia

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L’Italia ha le carte in regole per diventare un paese leader nelle tecnologie verdi e nei prodotti eco-sostenibili, tecnologie e prodotti che costituiscono la chiave di accesso al mercato globale per le nostre piccole e medie imprese.

Le energie rinnovabili, il commercio equo, l’agricoltura biologica e biodinamica, il turismo responsabile, la finanza etica, l’edilizia sostenibile sono i concetti alla base dei progetti della green economy, che è considerata dagli esperti come l’unica via percorribile per uscire dalla crisi che stiamo attraversando, permettendo sviluppo e nuova occupazione.

Banca Etica opera secondo i principi della finanza etica e si dedica interamente al finanziamento di realtà dal grande valore sociale e ambientale. Nata quasi come un’utopia dieci anni fa, oggi è la terza banca etica europea e ha una raccolta di risparmio che supera i 580 milioni di euro; a questi si aggiungono gli oltre 230 milioni di euro di patrimonio affidato alla società di gestione del risparmio collegata, Etica sgr. Attualmente Banca Etica sta finanziando più di 3.500 iniziative di economia sociale per oltre 450 milioni di euro. Un sistema, quello della finanza etica, che anche a livello mondiale dimostra di avere buoni numeri, se si pensa che undici sue istituzioni (riunite nella Global Alliance for Banking on Values) hanno attività per 10 miliardi di dollari e 7 milioni di clienti in 20 Paesi.

Crescono, d’altra parte, i prodotti e le aziende certificate bio ed ecosostenibili, e salgono anche i fatturati dei relativi settori: non solo per quello del food (agricoltura biologica), ma anche per il no food, in particolare per la cosmesi e per il tessile.

Il solo istituto di certificazione ICEA conta oggi oltre 12 mila aziende in Italia, con un incremento del 68% dal 2007 al 2008 per le sole realtà no food: + 39% per la cosmesi, + 190% per il tessile infine + 24% per l’edilizia. A registrare importanti risultati anche le vendite dei prodotti del commercio equo e solidale: quelli a etichetta Fairtrade, marchio di certificazione dei prodotti equosolidali, hanno toccato il +20% in Italia, con un aumento del fatturato complessivo pari al 15%, ossia 43,5 milioni di euro nel 2008 contro i 39 milioni del 2007 (fonte: Globescan).

Fairtrade Italia attualmente certifica i prodotti di circa 100 aziende licenziatarie, presenti in circa 5000 punti vendita della piccola, media e grande distribuzione, e 55 gruppi di produttori.

Infine, anche il settore del turismo responsabile fa intravedere interessanti prospettive di sviluppo considerato che – secondo i dati di un’indagine realizzata da ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) per conto di “Fondazioni4Africa” e con il coordinamento della ong Cisv (Comunità Impegno Servizio Volontariato) e presentata proprio a Terra Futura -, oltre al 15,3% degli italiani che ha già fatto esperienza di turismo responsabile (vale a dire 7,2 milioni di persone), c’è un buon 23,1% del campione che si dichiara ‘molto interessato’ e ben il 61,8% ‘abbastanza interessato’.

Secondo un recente documento stilato da Cgil-Legambiente, solo il settore delle rinnovabili, delle eoliche, del fotovoltaico e del solare vedrà un aumento dell’occupazione di 141 mila persone entro il 2020. E a queste vanno aggiunte le 350 mila che troverebbero impiego se si liberassero risorse per innovazione e tecnologia verde.

Le aziende eco-sostenibili, quelle dedicate alle energie rinnovabili, quelle che utilizzano il green come modello industriale, aumentano i loro fatturati e sono le uniche che nonostante la sfavorevole condizione economica e finanziaria dell’Europa riescono ad aumentare il loro fatturato e avere buone performance in Borsa. (fonte: TuttoGreen) 



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