L’Europarlamento approva le nuove regole sul bio

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Con 29 voti a favore, 11 contrari e 4 astenuti la Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha approvato mercoledì 22 novembre il nuovo regolamento UE sul biologico. La proposta di riforma presentata dalla Commissione nel 2014 deve solo essere adottata formalmente dai ministri UE in Consiglio e dall’Europarlamento in seduta plenaria. Le nuove regole, che prevedono controlli su tutta la filiera, certificazione di gruppo per le piccole aziende e banche dati per aumentare l’offerta di semi bio, saranno applicabili dall’1 gennaio 2021.

Il commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan accolto con entusiasmo l’approvazione del regolamento: ‘La decisione è un significativo passo per il settore biologico che sta crescendo rapidamente e sarà in grado di continuare a crescere con la certezza di regole chiare ed eque per tutti, e tutti hanno convenuto che le regole attuali, vecchie di 20 anni, non erano più adeguate e che avrebbero eventualmente ostacolare la crescita del settore, che rappresenta 27 miliardi di euro nell’UE’.

Hogan ha precisato che ‘le nuove regole pongono fine al sistema esistente di eccezioni e si applicheranno a tutti i prodotti bio venduti nell’UE, siano essi prodotti UE o importati. Misure precauzionali più severe riducono anche il rischio di contaminazione accidentale con sostanze non autorizzate’.

Tra gli 11 voti contrari quello di Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. ‘Ho votato contro l’accordo sul nuovo Regolamento per il settore biologico, già approvato dagli Stati membri nonostante nove Paesi contrari. Il problema è che le nuove indicazioni non sembrano rispettare i livelli qualitativi raggiunti dal biologico italiano e rischiano di mettere in difficoltà chi in questi anni ha investito e lavorato per questo tipo di produzione. Le nuove disposizioni non sono in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni nel nostro Paese, al primo posto in Europa per estensione e al secondo per produzione, e rischiano di mettere in seria crisi la produzione biologica italiana’.

E in effetti le reazioni negative al provvedimento accomunano i rappresentanti dell’agricoltura italiana e i certificatori. Questi ultimi si sono espressi negativamente anche a livello europeo.

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