‘Accogliamo con favore alcuni dei provvedimenti contenuti nel ‘Pacchetto Agroalimentare’ del Decreto Liberalizzazioni. In particolare valutiamo positivamente la disciplina delle relazioni di mercato per quanto concerne l’obbligo di contratti scritti e il vincolo ai pagamenti entro 30 giorni per i prodotti deperibili. Bene anche i contratti di filiera, utili a promuovere lo sviluppo di intere comunità rurali – benché al momento i fondi a disposizione siano esigui-, la misura di sostegno per l’accesso al credito e l’intervento che aumenta gli incentivi per i pannelli fotovoltaici su serre ed edifici rurali, levandoli a quelli collacati sui terreni agricoli’. Questa la prima valutazione del presiedente nazionale dell’AIAB, Alessandro Triantafyllidis, alla presentazione del Pacchetto Agroalimentare da parte del ministro Mario Catania.
‘Molto più delicata, invece, la dismissione dei terreni agricoli demaniali. Seppur importante il vincolo di destinazione d’uso esteso a 20 anni – commenta Triantafyllidis -, preoccupa la trasformazione dell’alienazione da misura una tantum a misura stabile. Vendere ogni anno i terreni agricoli demaniali significa, infatti, dismettere completamente un patrimonio comune importante come il suolo agricolo nazionale. Per garantire ai giovani l’accesso alla terra e per garantire a tutti i cittadini la tutela di beni comuni quali il suolo e le foreste, non serve svendere i terreni agricoli demaniali, bensì concederli in affitto – così da garantire allo Stato una rendita costante nel tempo -. Più che una misura per incentivare l’imprenditoria giovanile in agricoltura, infatti, l’alienazione dei terreni pubblici è una misura volta a fare cassa, che richiedendo un forte investimento da parte degli imprenditori agricoli privilegia le realtà già consolidate’.