E’ donna, è giovane (37 anni), è anche carina. Tutte cose che non guastano. In fondo, l’agricoltura è la cenerentola della politica. Ma che cosa lasci pensare che Nunzia De Girolamo sarà un buon ministro delle Politiche Agricole, resta un mistero. Noi ci auguriamo di sbagliarci e siamo pronti a ricrederci domattina ma la prima impressione che abbiamo avuto è questa: ancora una volta, l’Agricoltura non è rientrata tra le scelte prioritarie nella formazione di un nuovo governo ed è invece stata usata come merce di scambio tra le forze politiche.
L’Agricoltura doveva evidentemente servire come pesuccio per riequilibrare la bilancia del potere tra i partiti e poteva finire come contentino al Pdl, e di fatto è stata attribuita a questa forza politica, in cambio di dicasteri di maggior peso finiti al pd quanto piuttosto ai montiani. Che Mario Catania sia stato un buon ministro, un esperto, uno che si è speso con cognizione di causa, non è stata materia di trattativa. Catania se aveva della chances se le è giocate per colpa del maldigerito articolo 62, una norma nata con l’intento di tutelare i produttori agricoli davanti allo strapotere (o presunto tale) della grande distribuzione organizzata e del commercio in generale.
Ora il ministero dell’Agricoltura è competente anche per l’agro-alimentare, la seconda voce dell’economia produttiva italiana, un asset fondamentale dell’export, il vessillo oggi più alto del made in Italy, il settore che risente meno della crisi economica, il settore investito da un fondamentale cambiamento culturale del nostro tempo, quello relativo alla economia green. Ebbene, l’onorevole Nunzia De Girolamo dovrà misurarsi con tutto questo e con moltissimo altro, come ha ricordato, anche attraverso il nostro sito, il presidente di Federbio Paolo Carnemolla.
Il premier Letta non ha dovuto fare grandi ricerche per scoprire l’onorevole ministro, in quanto la signora è sposata con Francesco Boccia, deputato del Pd, molto vicino a Letta e anche suo amico personale. Guarda un po’, come è piccolo il mondo. Eppure, nonostante tutto, questa è l’Italia.
Facciamoci coraggio e speriamo che questo governo funzioni almeno un po’ e ci smentisca con i fatti di cui il Paese ha bisogno. A cominciare magari proprio da lei, la onorevole ministro, alla quale facciamo i migliori auguri di buon lavoro, per cavalleria, ma anche perché siamo sulla stessa barca e non vogliamo affondare.
Antonio Felice