Ismea: il successo del bio non premia i produttori

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L’ottimo andamento delle vendite di prodotti biologici spinge in alto la fiducia degli operatori del settore. È quanto emerge da un’indagine Ismea su un panel di circa 500 aziende, tra imprese agricole e industrie di trasformazione, presentata l’8 settembre al SANA di Bologna nell’ambito di un convegno.

L’indagine ha evidenziato, presso gli operatori del bio, con particolare riferimento alla fase industriale, un sentiment positivo e nettamente migliore rispetto al clima di fiducia rilevato per il settore alimentare nel suo complesso. I giudizi sull’andamento degli ordini (in particolare quelli esteri in area UE), sul livello delle scorte e soprattutto sulle aspettative di produzione sono favorevoli o molto favorevoli; l’ottimismo prevale inoltre sull’evoluzione del settore nella seconda metà del 2014. Situazione meno fluida per le aziende agricole.

Seppure con talune significative eccezioni (come nel caso del settore vitivinicolo e olivicolo), gli operatori della fase primaria segnalano costi in aumento, problemi sul piano della tenuta della redditività e in alcuni casi una caduta della produzione.

In generale, l’indice di fiducia presso le aziende agricole del bio assume un valore negativo, ma è migliore rispetto a quello dell’agricoltura considerata nel suo complesso.

Da rilevare che se il presente risulta difficile sia per le aziende biologiche, sia per quelle convenzionali, le prospettive di medio termine appaiono nettamente più favorevoli presso gli operatori del bio.

Resta la distanza da un mercato al consumo comunque florido, di cui le aziende agricole non riescono ancora a cogliere i benefici.

 

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