Inerbimento interfilare nelle coltivazioni bio di uva da tavola: effetti positivi su qualità e resilienza delle piante

Uva da tavola

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Uno studio condotto nel biennio 2021-2022 a Ginosa, in provincia di Taranto, ha esplorato l’efficacia dell’inerbimento interfilare in un vigneto biologico di uva da tavola della varietà Varo 203. L’obiettivo principale era valutare gli effetti di due diversi miscugli di inerbimento: uno composto esclusivamente da graminacee e l’altro da una combinazione di graminacee e leguminose. I risultati ottenuti hanno fornito interessanti spunti per l’adozione di tecniche agronomiche orientate alla sostenibilità e alla qualità produttiva.

Vantaggi dell’inerbimento con graminacee

L’inerbimento interfilare con graminacee ha dimostrato di apportare significativi miglioramenti a diversi parametri qualitativi delle uve. In particolare, si è osservato un incremento del grado rifrattometrico, indice di un maggiore contenuto zuccherino nei frutti, e un miglioramento di alcune caratteristiche merceologiche, come la croccantezza e la coesione interna degli acini. Questi benefici sono stati ottenuti senza compromettere la resa per pianta, evidenziando la compatibilità dell’inerbimento con la produttività del vigneto.

Uno degli effetti più rilevanti, poi, riguarda l’aumento dell’efficienza fotosintetica, della traspirazione fogliare e della conduttanza stomatica delle viti. Questi processi fisiologici sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo della pianta, influenzando direttamente la qualità del prodotto finale. Il miglioramento di tali parametri è stato attribuito a una gestione ottimale dell’acqua, resa possibile dall’inerbimento, che ha contribuito a una maggiore resilienza delle piante di fronte alle avverse condizioni climatiche.

Effetti sull’ecosistema del suolo

Oltre ai benefici diretti sulle piante, l’inerbimento con graminacee ha mostrato di favorire il benessere radicale e la biodiversità del suolo. Le radici delle graminacee, con il loro sviluppo denso e profondo, migliorano la struttura del terreno, aumentando la porosità e la capacità di ritenzione idrica. Questo favorisce una maggiore attività microbica e una diversificazione degli organismi del suolo, che contribuiscono alla fertilità e alla salute complessiva dell’ecosistema del vigneto.

Implicazioni per la gestione agronomica

I risultati di questo studio sottolineano l’importanza di adottare tecniche di gestione del suolo che siano in grado di migliorare la qualità del prodotto e la sostenibilità delle coltivazioni. L’inerbimento interfilare, soprattutto con graminacee, si è dimostrato una strategia efficace per raggiungere questi obiettivi, rappresentando una pratica agronomica fondamentale per la viticoltura biologica. In un contesto di cambiamenti climatici, dove la resilienza delle colture diventa un elemento cruciale, l’adozione di questa pratica può offrire soluzioni concrete per la sostenibilità agricola. La riduzione dell’impatto delle lavorazioni meccaniche del suolo e l’adozione di sistemi di gestione idrica ad alta efficienza sono ulteriori strategie che possono essere integrate con l’inerbimento per ottimizzare la gestione del vigneto.

Fonte: CREA

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