Indipendenza e professionalità dedicate a voi

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Se dobbiamo salvare qualcosa di quest’anno, ricordiamo prima di tutto una sorpresa e un’emozione: l’aver scoperto il coraggio di chi vuole portare avanti e difendere il biologico vero in Paolo Carnemolla, il presidente di Federbio che si è costituito parte civile nel processo, ancora in corso, contro persone e aziende scoperte – con la famosa operazione ‘Gatto con gli Stivali’ – a mettere in commercio biologico taroccato. Una truffa di dimensioni importanti, un’inchiesta non conclusa, un malaffare che fa danni ai produttori onesti. Carnemolla ci ha messo la faccia, ha voluto e vuole andare fino in fondo, denunciando anche responsabilità che stanno in alto.

Se dobbiamo vergognarci di qualcosa di quest’anno, è l’intervista che ci è rimasta nella penna, la scorsa primavera, ad Alessandro Triantafyllidis, il presidente di Aiab, l’altra metà del cielo. Un impegno dopo l’altro ci ha fatto invecchiare quei fogli rimasti in una tasca. Quando avremmo avuto il tempo era tardi, alcuni contenuti erano superati dai fatti, avevano perso di attualità.

La prima domanda diceva: uno dei cavalli di battaglia di AIAB è l’accesso alla terra, dei giovani in particolare. Oggi in concreto, che cosa si può fare in Italia in questa direzione? E l’ultima: siamo la patria dei Guelfi e dei Ghibellini, dei rossi e dei neri, di AIAB e Federbio. Esiste una possibilità di dialogo tra voi? E poi dov’è che siete diversi, che cosa vi separa maggiormente? Triantafyllidis attaccava così: ‘L’agricoltura sta perdendo superfici in Italia negli ultimi 10 anni, si sta ritirando da intere aree. La Liguria in 10 anni ha perso il 34% delle sue aziende agricole e la metà delle aziende zootecniche.

Diminuisce la popolazione agricola. E tuttavia bisogna interrogarsi, in questo momento di crisi generale, di crisi del lavoro e degli investimenti, su quale possa essere oggi il ruolo dell’agricoltura, anche alla luce della politica agricola dell’Unione Europea.

Noi dal nostro osservatorio, nei vari ambiti in cui operiamo, ci accorgiamo che esiste oggi una disponibilità nuova verso l’attività agricola, una disponibilità grande’.

Un buon ‘attacco’, promettente. Senza volerlo abbiamo fatto, con un personaggio che per di più è simpatico e fa cose intelligenti, la figura dei censori; di chi sposa una causa piuttosto che un’altra. Ma lo diciamo qui, per iscritto: noi non scegliamo tra Ferderbio e Aiab, noi, con tutta l’indipendenza e la professionalità possibili (e anche con i nostri difetti), stiamo dalla parte del biologico, di tutto il biologico.

Nei giorni scorsi, GreenPlanet ha lanciato un sondaggio (clicca qui per partecipare) tra i lettori fatto di tante domande. L’iniziativa è in corso ma da subito hanno risposto in molti. Con piacere abbiamo scoperto che abbiamo uno zoccolo duro che non ha mai abbandonato lo storico sito del biologico italiano.

Questo ci inorgoglisce. Cambiano le sensibilità nel tempo, la sostanza rimane. Il biologico non è una scelta di consumo, è qualcosa di più profondo, è sensibilità culturale, è rispetto, è anche opposizione a tutto ciò che è sordo ai lamenti del nostro pianeta, è una scelta di fondo. Non dobbiamo farci convinti.

Questa per noi è anche la scelta naturale di GreenPlanet. Cercheremo di portarla avanti, anche nel 2013 (un anno duro nelle previsioni degli esperti di economia), seguendo la prima regola del buon giornalismo, che è il rispetto del lettore, a cui dedicare tutta l’indipendenza di giudizio, l’onestà intellettuale e la professionalità di cui possiamo disporre.

Antonio Felice

editor@greenplanet.net  

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