I cinesi (oggi grandi inquinatori) puntano al primato mondiale anche nella realizzazione delle città eco-sostenibili. Sarà infatti grande come metà Manhattan la città ecosostenibile che sorgerà su un terreno di 30 km quadrati a Tianjin (comunemente nota in Italia come Tientsin), la quinta metropoli della Cina (dopo Shanghai, Pechino, Shenzhen e Guangzhou) con quasi 12 milioni di abitanti.
Il complesso residenziale, con i suoi avveniristici edifici, sarà completato nel 2020. Tanto verde e una struttura all’insegna del risparmio energetico, che comprende anche un sistema svedese di smaltimento dei rifiuti, che eliminerà la necessità di camion rifiuti e cassonetti. Non solo: è già arrivata sul tavolo della General Motors l’autorizzazione per i primi test dei veicoli senza conducente.
I fortunati? 350mila persone, ha raccontato sul sito della BBC la ‘science writer’ Gaia Vince, non necessariamente ricche: una parte delle abitazioni sarà sovvenzionata per lavoratori con bassi salari e per le loro famiglie.
Tianjin Eco-City è stata progettata da un consorzio di società cinesi e di Singapore e sostanzialmente è la risposta più avanzata alla fortissima domanda abitativa che vige a Tianjin, facendo ausilio delle nuove tecnologie.
Tratti salienti del progetto sono l’affidamento quasi integrale alle energie rinnovabili (solare, eolico, micro-idroelettrico) per fare fronte ai bisogni energetici del quartiere/città; la mobilità sostenibile: Tianjin Eco-City è progettata in modo che il 90% dei residenti usi un tram leggero di superficie per muoversi tra i vari punti di interesse; lo sviluppo verticale inframmezzato da importanti aree verdi, che fungeranno anche come luoghi di svago e aggregazione sociale.
Una città giardino che ambisce a fornire la risposta a come dovrebbe essere la metropoli del futuro: interconnessa, energeticamente efficiente, con trasporti pubblici adeguati alle esigenze di mobilità della popolazione e con una porzione di verde urbano che la renda il più possibile a misura d’uomo.
Tianjin ha ospitato dal 1902 una Concessione Italiana, fino a quando, dopo l’8 settembre 1943, i giapponesi non la occuparono deportando gli ex-alleati Italiani. Proprio nel quartiere della Concessione Italiana si sviluppò nella prima metà del Novecento un esperimento urbanistico che gli architetti cinesi contemporanei hanno ristudiato con interesse.
Venne ricreato un pezzo di Belpaese, trasformando il quartiere della Concessione Italiana in un angolo di Europa, utilizzando una varietà di stili architettonici allora in voga, a partire dal liberty. Edifici bassi, piazzette e giardini che coniugavano il meglio della tradizione urbanistica dell’epoca, una vera e propria città nella città, che si sta cercando di conservare all’ombra della metropoli sorta negli ultimi anni.