“Il tempo delle mele bio”: ISMEA presenta l’andamento e le prospettive future del settore 

mele

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“Nonostante un calo nei volumi, il comparto delle mele biologiche mostra un’importante capacità di valorizzazione del prodotto”: con questa dichiarazione Silvia Piconcelli, segretario nazionale di Confagricoltura Bio, ha aperto il convegno “Il tempo delle mele bio” svoltosi durante l’ultima edizione del Macfrut di Rimini. Nell’occasione sono stati presentati i risultati dell’analisi ISMEA 2023-2024, che offrono un quadro aggiornato sull’andamento del comparto in termini di volumi, prezzi, vendite e sull’evoluzione dei canali di distribuzione.

Il rapporto, basato sui dati NielsenIQ, evidenzia per il 2024 una diminuzione nei volumi di vendita in GDO rispetto all’anno precedente: si è passati da 5.850 tonnellate nel 2023 a 5.570 tonnellate circa nel 2024. Un calo che riflette un andamento più ampio all’interno del comparto frutticolo biologico, che ormai da tempo sta attraversando una fase complessa in termini di consumi. Nonostante ciò, le vendite in valore mostrano una tendenza positiva: il fatturato in GDO per le mele bio è infatti salito da 15,85 milioni di euro nel 2023 a 16,15 milioni nel 2024.

 

Rispetto ai prezzi, i dati ISMEA evidenziano come dal 2019 al 2023, l’importo al dettaglio delle mele biologiche sia stato costantemente superiore rispetto a quello delle mele convenzionali. Tuttavia permane il divario tra il prezzo all’origine e quello al consumatore: una situazione che continua a sollevare criticità tra i produttori biologici, i quali faticano a beneficiare appieno dell’incremento del valore percepito dal mercato.

Il tempo del Bio Online

Ampliando lo sguardo all’intero comparto ortofrutticolo, con specifico riferimento al canale di vendita online, la relazione si è conclusa sottolineando il ruolo di protagonista assoluta della frutta, con il 18% del totale del fatturato e-commerce per il comparto biologico. Percentuale che sommata a quella della verdura bio, pari al 13%, raggiunge una quota di venduto di oltre il 40%. La frutta fresca bio, in particolare, viene acquistata online da quasi un quinto degli intervistati: questo dato evidenzia come il canale digitale stia guadagnando crescente fiducia, soprattutto da parte dei consumatori abituali del biologico.

 

Per tirare le somme…

Il quadro tracciato da ISMEA è chiaro: il comparto della melicoltura biologica è capace di valorizzare il proprio prodotto grazie a un’attenta gestione dei prezzi e alla diversificazione dei canali di vendita. Rimane tuttavia centrale la questione della redistribuzione del valore lungo la filiera, con l’obiettivo di garantire ai produttori una remunerazione più proporzionata rispetto al prezzo effettivamente sostenuto dal consumatore finale.
“In questo panorama, come può il settore della melicoltura biologica recuperare quote di mercato?”, si chiede retoricamente Silvia Piconcelli. La risposta c’è e riguarda un cambio di paradigma: “Si potrebbero iniziare a perseguire alcune strategie di marketing differenti e finora non applicate fino in fondo. Mi riferisco a programmi di promozione legati al lancio di varietà club prodotte in agricoltura biologica, all’introduzione di nuovi layout espositivi nei punti vendita, per proporre le referenze bio al fianco di quelle convenzionali, così da consentire il confronto visivo dei prodotti e del prezzo, o, ancora, proponendo alcune varietà esclusivamente in versione certificata”.

CB

Notizie da GreenPlanet

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