Un grosso punto a favore del biologico italiano. Il TAR del Lazio, con una sentenza resa pubblica giovedì 24 aprile, non ha accolto il ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che, nel luglio 2013, vietava per 18 mesi la semina e la raccolta di mais MON810.
Una nota emessa da Federbio commenta: ‘Una sentenza a favore dell’agricoltore avrebbe messo seriamente a rischio il diritto dei cittadini di scegliere il proprio cibo, quello degli agricoltori di coltivare liberamente, la nostra biodiversità, la forte identità della filiera agricola italiana e tutto il settore del Made in Italy, che oggi occupa un posto così importante per l’economia.
Soprattutto, però, un’apertura verso le coltivazione transgeniche avrebbe compromesso seriamente la possibilità di coltivare prodotti biologici e biodinamici a causa delle contaminazioni, ormai accertate, anche recentemente, dal Corpo forestale’.
In una nota congiunta AIAB, Federbio e Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica precisano: ‘Siamo molto soddisfatti dell’esito di questa sentenza, che ristabilisce le ragioni della democrazia e della sovranità alimentare. Per quello che riguarda il biologico, dopo le impennate dei consumi interni e delle esportazioni, tutti ormai sono concordi nell’indicare in questo tipo di produzione agricola il modello alimentare del futuro.
Questa sentenza è un ulteriore passo in questa direzione. A conferma che lo sviluppo agricolo italiano può seguire solo la strada dell’agricoltura biologica, diversificata e di qualità’.
‘Siamo anche convinti – aggiungono le tre Associazioni – che il lavoro comune del mondo del biologico abbia contribuito in modo determinante a portare avanti il buon lavoro fatto tutti insieme nella task force’.
Per le tre associazioni è importante a questo punto che il Governo, insieme alle Regioni, vigili sull’applicazione del decreto interministeriale e confermi l’impegno in previsione della presidenza italiana per il prossimo semestre europeo. I ministri delle Politiche agricole, dell’Ambiente e della Salute hanno, infatti, già affrontato il tema OGM 4 e stanno già collaborando con la Grecia alla definizione della proposta di modifica della direttiva che disciplina il settore.
‘Adesso inizia il lavoro fondamentale affinché il divieto di coltivare piante transgeniche nel nostro Paese – concludono le tre associazioni – sia chiaro e definitivo. E questo potrà avvenire attraverso una modifica della disciplina europea che preveda: una riforma della procedura di autorizzazione degli OGM; l’avvio di un processo di rafforzamento del sistema di valutazione del rischio OGM, l’approvazione della proposta di regolamento che consente agli Stati Membri di vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio, in linea con la posizione adottata dal Parlamento europeo nel 2011’.
Il commento del ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martino, sulla sentenza del TAR del Lazio non si è fatto attendere. ‘Apprendiamo con soddisfazione il pronunciamento che conferma nella sostanza le ragioni del decreto promosso dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i ministeri della Salute e dell’Ambiente in relazione allo stop delle semine Ogm in Italia.
Proseguiamo ora con tenacia la battaglia che stiamo portando avanti anche con altri Paesi in ambito europeo. Il nostro obiettivo è dare più autonomia di scelta ai singoli Stati sul tema Ogm – ha ribadito Martina -. Se non riusciremo a trovare un accordo entro giugno, questo sarà uno dei dossier più importanti del semestre italiano di presidenza dell’UE. Sono convinto che il modello agricolo italiano debba valorizzare le sue peculiari caratteristiche per rafforzarsi anche sui mercati internazionali’.