Fermo dal lontano 2018 tra i banchi del Senato, giovedì scorso, 14 gennaio 2014, è finalmente stato approvato all’unanimità dalla Commissione Agricoltura di Palazzo Chigi il disegno di legge sull’agricoltura bio “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” (clicca qui per scaricare il testo integrale). Ora la palla torna alla Camera, dove l’auspicio è che venga approvato in tempi celeri, nonostante l’attuale situazione politica.
Tra le novità introdotte dal DDL 988, l’introduzione di un marchio nazionale, un tavolo tecnico in cui affrontare le criticità del settore e, ultimo non per importanza, il rafforzamento della filiera del bio.
A differenza di altri Paesi UE, in Italia ancora oggi l’unico logo apposto sui prodotti certificati è quello comunitario: con l’approvazione del disegno di legge è prevista la realizzazione di un marchio ad hoc volto a distinguere i prodotti biologici realizzati con materie prime coltivate o allevate in Italia. Un modo chiaro e semplice per garantire massima trasparenza su origine e filiera dei prodotti e per rendere maggiormente consapevoli i consumatori.
Circa la costituzione del tavolo tecnico, nel testo si parla di un organismo con sede al ministero delle Politiche agricole e che coinvolgerà esperti, ricercatori e rappresentanti del settore della produzione biologica. Obiettivo: individuare le criticità e proporre al settore le possibili soluzioni.
Infine, fondamentale sarà definizione di una strategia, coesa e condivisa, per rafforzare la filiera, attraverso un processo concreto di aggregazione dei produttori nei cosiddetti bio-distretti.
“Siamo i primi al mondo a riconoscere per legge i bio-distretti e a dare così il giusto valore agli attori che operano in questi virtuosi sistemi produttivi locali, consentendone lo sviluppo e la crescita”, ha commentato Giuseppe L’Abbate, sottosegretario alle Politiche agricole (nella foto a finaco).
In generale, L’Abbate esprime profonda soddisfazione per il lavoro sin qui svolto e guarda con fiducia il futuro del comparto: “Con questa legge rispondiamo alle esigenze di un settore che attendeva da anni aggiornamenti normativi e migliorie e nel quale il governo crede, come dimostrano la recente emanazione di un bando per la ricerca sul biologico, con uno stanziamento di 4,2 milioni di euro, e i 5 milioni a regime a partire dal 2021 previsti nella legge di bilancio 2020 per la promozione di filiere e distretti”.
Chiara Brandi