Si è chiusa ieri in Germania la 34esima edizione dell’ANUGA di Colonia (7-11 ottobre 2017), il più grande Salone del food al mondo. Con una superficie espositiva di 284 mila metri quadrati, ripartita su 11 padiglioni di cui alcuni multipiano, la fiera ha proposto un’ampissima offerta di prodotti agroalimentari suddivisi per categorie in base ad un preciso format di ‘saloni specializzati’, a vantaggio degli oltre 160 mila visitatori, per nulla disorientati tra i 7.400 espositori, di cui l’89% di provenienza estera.
Numerosa e di qualità la partecipazione del biologico, cresciuta significativamente rispetto all’edizione precedente. Al padiglione 5.1, su una superficie di 11 mila metri quadrati (il 3,9% dei 284 mila totali), le 250 realtà del comparto (il 3,4% di tutti gli espositori) hanno esposto i propri prodotti, attirando flussi importanti di visitatori e buyer. Ma non è stata una partecipazione relegata alla sola area riservata; la tendenza dell’agroalimentare di privilegiare prodotti e produzioni bio è emersa trasversalmente tra tutti gli stand. Una sensazione sottolineata anche da Fabrizio Piva, amministratore delegato del CCPB, che ha dichiarato soddisfatto a Green Planet: “Il biologico ha letteralmente conquistato l’ANUGA. È una tendenza tangibile, che assume un significato importante anche sotto il profilo politico. Fino a qualche anno fa, infatti, era comune pensare al biologico come un comparto a sé stante, ora le evidenze dimostrano il contrario. In generale – conclude Piva – la presenza dell’Italia in fiera è stata massiccia. Siamo il punto di riferimento dell’agroalimentare mondiale, specialmente per il bio, dove siamo i primi esportatori in Europa. L’ANUGA ne ha dato ulteriore conferma”.
All’ANUGA 2017 l’Italia è stato il primo tra gli espositori stranieri con 853 aziende. (c.b.)