Giorni di black out a fine maggio nella procedura che identifica i prodotti bio

biologico-logo-1280x854 (1)

Condividi su:

Facebook
Twitter
LinkedIn

Una fine maggio di black out per le certificazioni dei prodotti biologici italiani a causa della mancanza del manager preposto alla gestione del sistema elettronico europeo delegato alla materia specifica. L’intoppo ha creato disagi e un diffuso allarme nel settore, tanto che alcuni organismi di controllo dell’agroalimentare biologico si sono dichiarati pronti a cercare soluzioni all’estero. La notizia è stata riportata il 3 giugno da “Il Fatto Quotidiano” prima e subito dopo da “Il Salvagente”. Fonti del settore hanno confermato, nello stesso giorno, la notizia a GreenPlanet.

Il problema è derivato dalla prolungata quanto incredibile impossibilità di gestire correttamente il “sigillo elettronico” (“eseal” nel linguaggio di Bruxelles), una firma elettronica associata al ministero MASAF che può essere utilizzata da più di un funzionario ministeriale per firmare le certificazioni, ma solo dopo verifica e autenticazione di una terza parte o tramite un processo di verifica (“Traces” nel linguaggio di Bruxelles) dell’identità da remoto. I sigilli elettronici autenticano l’identità e l’integrità delle certificazioni bio. Banalmente sarebbe successo che il funzionario ministeriale designato a gestire il sigillo elettronico è stato trasferito ad altro incarico.

Una banalità dalle conseguenze gravi. Il blocco della procedura ha impedito infatti per giorni ai produttori di immettere e vendere sul mercato prodotti con la certificazione bio. E questo in una fase di mercato in cui il bio è in recupero, ha provocato certamente ripercussioni economiche. Operatori e certificatori, pertanto, non hanno escluso di rivolgersi ad altri Stati europei con i quali vigono accordi di reciprocità anche su questa materia.

Il ministero fortunatamente, accortosi del pasticciaccio,  a fine maggio è intervenuto. E in una nota ha precisato: “In merito al blocco dei certificati bio nella procedura Traces, l’ICQRF ha sollecitato la Commissione Europea che si è attivata per risolvere il problema in tempi brevi.

Il 31 maggio la Commissione UE ha comunicato di aver provveduto ad aggiornare il sistema che, dunque, al momento attuale, risulta operativo.

Seguici sui social

Notizie da GreenPlanet

news correlate

INSERISCI IL TUO INDIRIZZO EMAIL E RESTA AGGIORNATO CON LE ULTIME NOVITÀ