Secondo i dati pubblicati nei giorni scorsi da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, gli ettari utilizzati per la produzione di agricoltura biologica sono passati da 9,5 milioni nel 2012 a 14,7 milioni nel 2020, con un aumento del 56% durante il periodo.
L’area dedicata all’agricoltura biologica corrisponde al 9,1% del totale delle terre agricole utilizzate. Con un incremento delle superfici da 1,2 a 2,1 milioni di ettari tra il 2012 e il 2020, in termini di ettari coltivati, l‘Italia è tra i capofila del biologico, dopo la Francia, passata da 1 a 2,5 milioni di ettari, e la Spagna (da 1,8 a 2,4 milioni di ettari).
In termini di quota delle terre coltivabili complessive, l’Austria dedica il 25% al biologico, seguita da Estonia (22%) e Svezia (20%). Al quarto posto l’Italia che, con una quota superiore al 15%, si posiziona ben oltre la media UE. È risultata invece inferiore al 5% la quota di agricoltura biologica in otto Stati membri dell’UE, con le quote più basse in Irlanda e Malta.
La Svezia è il Paese che produce più cereali biologici (il 7% del totale), seguita da Estonia (6%) e Italia (5,8%). La Svezia è anche il primo produttore di verdure biologiche (17,8%), seguita da Germania (10,4%) e Italia (8,3%).