Energia elettrica verde: sorprese in classifica

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Quali sono i fornitori di energia elettrica più verdi? Le fonti rinnovabili sono vere o presunte tali? Una risposta non facile, che però ha cercato di dare il Corriere Economia, pubblicando una classifica sull’effettiva presenza di energie rinnovabili, sulla base dei dati dell’Autorità per l’Energia.

Una valutazione diretta e approssimativa potrebbe essere quella della bolletta, visto che una delibera dell’Autority impone l’obbligo di indicare il mix di fonti rinnovabili utilizzate per la fornitura. Il problema però è che quei dati potrebbero essere fasulli. Molti operatori infatti più che produrre energia verde usano lo stratagemma di acquistare quote di energia verde.

Si tratta per lo più di certificazioni di energia acquistate dall’estero, dove paradossalmente il ricorso al nucleare potrebbe avere anche una grossa incidenza. Per fare un esempio Enel certifica un 72,5% prodotta da fonti pulite, ma in realtà la produzione da rinnovabili si ferma è attorno al 38%.

Allora quali sono i dati giusti? La classifica elaborata da NomismaEnergia si basa interamente sui dati dell’Autorità per l’Energia e non prende in considerazione gli scambi di tipo commerciale certificati invece dal Gse (Gestore dei Servizi Energetici). Secondo questa graduatoria pubblicata dal Corriere in testa svetta A2A, con un effettivo 12% di produzione fotovoltaica, idroelettrico escluso, mentre Eni ed Acea avrebbero i risultati peggiori, alla faccia dell’enorme campagna di marketing, che ci subiamo ogni giorno in lunghe sequenze di spot televisivi o intere pagine di giornale di green washing pubblicitario.

Ecco la classifica delle prime 9 aziende con la rispettiva quota di rinnovabili:

A2A: 39% (di cui il 12% senza idroelettrico)

Enel: 38% (di cui il 7% senza idroelettrico)

Iren (Iride ed Enia): 21% (di cui il 2% senza idroelettrico)

E.On: 16% (di cui il 4% senza idroelettrico)

Edipower: 14% (tutto idroelettrico)

Edison: 10% (di cui il 3% senza idroelettrico)

Sorgenia: 9% (tutto idroelettrico)

Erg: 3% (senza idroelettrico)

Tirreno Power: 2% (tutto idroelettrico)

Riguardo invece alla presunto aggravio delle rinnovabili in bolletta non bisogna cadere nella trappola di facili giudizi sommari. Se le utenze sono care non è certo colpa del sole. Le associazioni di categoria del fotovoltaico precisano che le quote sono da imputare prevalentemente all’aumento dei costi dei combustibili fossili.

Dal 1° gennaio 2012, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica è stabilito intorno sui 17,305 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse. La spesa media annua della famiglia tipo sarà pari a 467 euro dei quali 32 euro saranno impegnati per incentivare il fotovoltaico.

Secondo i calcoli effettuati da ANIE/GIFI l’aumento stabilito del 4,9% del kilowattora, rispetto all’ultimo trimestre del 2011, è imputabile al fotovoltaico per meno del 30%, a fronte di circa 70% imputabile alla variazione del costo dei combustibili fossili. (fonte: terranuova.it)

 

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