Emissioni CO2: la filiera corta non basta

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Nell’ambito del progetto BIOVITA, un gruppo di lavoro del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (CRA-NUT) del CRA, costituito da Gianni Pastore, Flavio Paoletti e Antonio Raffo ha elaborato alcune considerazioni sulle emissioni di CO2 legate al trasporto di alimenti deperibili.

 

7 diversi modelli di filiera lunga e corta a livello nazionale sono stati utilizzati per calcolare le differenze di emissioni dovute al trasporto dei prodotti alimentari. Nel caso delle filiere lunghe, il maggior impatto è chiaramente dovuto al trasporto su gomma per i lunghi tragitti. A titolo di esempio, nel modello ipotizzato, dalla Sicilia alla Lombardia le emissioni ammonterebbero a oltre 237kg CO2/t. In questo tipo di filiera il trasporto su rotaia sarebbe preferibile, in quanto permetterebbe una riduzione delle emissioni totali del 40%.

Tuttavia anche il sistema di distribuzione locale, una volta arrivati a destinazione ha un impatto che può diventare rilevante. Ad esempio, se un elevato numero di consumatori, decidesse di utilizzare l’auto privata per fare la spesa a una distanza media di soli 500m (quindi movimentando un elevato numero di automobili), questo inciderebbe del 7% rispetto al totale delle emissioni della intera filiera lunga. Anche la scelta del consumatore di utilizzare mezzi alternativi all’automobile per l’acquisto dei prodotti diventa quindi importante.

La scelta di un modello di filiera corta che preveda la consegna di prodotti agricoli all’interno della stessa regione avrebbe un impatto importante nella riduzione delle emissioni. Tuttavia, anche in questo caso l’ottimizzazione del sistema di trasporto e distribuzione diventa rilevante.

Il gruppo di lavoro CRA-NUT ha stimato che le emissioni sarebbero abbattute di oltre l’80% rispetto al modello ”filiera lunga” in un sistema ottimizzato e non frammentato, mentre la riduzione, pur sempre esistente, sarebbe limitata al 25% rispetto alla filiera lunga nell’ipotesi nella quale ogni singolo produttore organizzi in piccoli furgoni il trasporto delle proprie merci dalle aree rurali a quelle metropolitane, movimentando quindi un elevato numero di mezzi di trasporto.

(fonte: Bioagricoltura Notizie)

 

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