Una linea di Noodles e Vermicelli di riso certificati Bio, provenienti da filiera produttiva etica e sostenibile. Una filiera di “AltraQualità”. Ma cosa significa realizzare prodotti di un’“AltraQualità”? Significa considerare la trasparenza verso i consumatori come parte importante e necessaria. Adottare un’ottica imprenditoriale che vede sostenibilità sociale e ambientale come due questioni strettamente legate. E credere nel biologico, come leva strategica, in questo processo. Ecco alcuni dei capisaldi di AltraQualità, Società Cooperativa di Ferrara, nata con l’intento di fare impresa preservando un forte impianto valoriale, in base al quale “persone e l’ambiente vengono prima del profitto”.
David Cambioli, presidente di AltraQualità Soc. Coop. e Responsabile Sviluppo ha risposto ad alcune domande, in tema Bio, facendoci conoscere meglio questa realtà, e alcune novità che l’hanno interessata, come l’introduzione nel proprio catalogo commerciale di una linea di Noodles e vermicelli di riso certificati Bio, prodotti da una piccola ditta familiare thailandese, Foodle Noodle.
– Mi racconta com’è nata la Società Cooperativa AltraQualità e con quali prospettive di mercato?
“La Cooperativa nasce nel 2002, da un piccolo gruppo di persone che già avevano fatto esperienze lavorative e di volontariato nell’ambito del commercio equo e solidale e, a seguire, avevano abbracciato anche la sostenibilità a livello ambientale. L’ottica, fin da subito, è stata quella di considerare la sostenibilità sociale e quella ambientale come due questioni strettamente legate, essendo lo sfruttamento delle “risorse”, umane e naturali, una costante nella modalità rapace con cui la maggior parte delle aziende, ancora oggi, intende l’attività imprenditoriale, che si sostanzia in progettare, produrre, commerciare. Vogliamo dimostrare che è possibile lavorare e crescere dando all’impresa e al lavoro un fondamento valoriale del tutto diverso dal punto di vista etico, in cui le persone e l’ambiente vengono prima del profitto”.
– Qual è il vostro approccio?
“Cerchiamo di essere social oriented, prima che market oriented. Si tratta di un percorso di crescita e di miglioramento continuo, non lo consideriamo perfetto. Ma è certamente la base da cui partiamo ed il riferimento che abbiamo in mente nel relazionarci con organizzazioni e aziende in varie parti del mondo. La trasparenza verso i consumatori è una parte importante e necessaria del nostro operare. In ciò i processi di certificazione, biologico, Fairtrade ed Equo Garantito, ci sono di grande supporto”.
– Come si inserisce il biologico nel vostro catalogo commerciale?
“Il nostro catalogo comprende, al momento, prodotti in cotone, una linea di tisane di ispirazione Ayurvedica e una di Rooibos, e per finire una linea di noodles e vermicelli di riso. Distribuiamo, poi, alle Botteghe del Mondo altri alimenti bio di cui non gestiamo direttamente la produzione o importazione e la linea di cosmetica bio de La Saponaria”.
– Quali sono i vostri canali di vendita?
“Il nostro canale di vendita principale è quello delle Botteghe del Mondo. Ossia le botteghe specializzate in prodotti di commercio equo e solidale, molte delle quali distribuiscono anche altri articoli con certificazione bio, da produzioni locali e sostenibili. Serviamo anche alcune realtà del biologico. Con il tessile serviamo, oltre ai suddetti punti vendita, molte ONG e associazioni, sia di livello sia nazionale che locale, le quali utilizzano i nostri prodotti per il fundraising e per la comunicazione”.
– Come ha impattato sulle vendite l’emergenza Covid-19?
“I nostri clienti, specialmente le Botteghe del Mondo, hanno mostrato una grande capacità di resilienza, riuscendo ad attivare quelle reti di sostenitori e attivisti che hanno iniziato a contattare e a servire quasi porta a porta, in alcuni casi. Ciò ha fatto si che le nostre vendite non abbiano risentito della crisi legata alla pandemia. Diverso è stato per i clienti corporate, quindi ONG e Associazioni, che a causa del Covid hanno visto ridotto il numero e la consistenza delle loro iniziative pubbliche”.
– Come vedete gli sviluppi del mercato del Bio?
“Finalmente anche in Italia vediamo espandersi la consapevolezza relativa ai temi della sostenibilità in generale, probabilmente a causa della ribalta acquisita dell’emergenza climatica. Questo di certo aumenta anche l’attenzione per i prodotti etici e biologici in particolare. Crediamo comunque che ci sia ancora molto da fare nel comunicare i valori che sottendono alle nostre offerte ai consumatori e soprattutto nel diffondere un concetto essenziale e tuttora controcorrente, rispetto al consumismo ancora importante. ‘Comprare meno, comprare meglio‘. Comprare meno prodotti, ma di una qualità maggiore, sia intrinseca, e quindi più duraturi, che etica, e quindi meno sfruttamento degli esseri umani e dell’ambiente, in modo da potersi di permettere di pagare quella parte extra del prezzo che consente a chi produce di evitare di consegnarsi a pratiche inique ed insostenibili”.
Stefania Tessari