E’ l’Italia la prima vigna biologica d’Europa

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Oggi il vino biologico è divenuto una realtà che premia finalmente l’impegno dei tanti vignaioli che, negli anni, hanno lavorato per dimostrare come il biologico sia un magnifico strumento per produrre qualità nel vino e nel territorio. Gli oltre 50 mila ettari di vigneto biologico italiano e le almeno mille cantine, oggi certificate, danno la misura, non solo di quanto sia possibile in termini tecnici, ma anche di quale sia l’interesse di un mercato esigente, interessato a capire e disposto a premiare le vere eccellenze.

Al VinItaly AIAB ha organizzato un incontro tra alcune delle testimonianze di maggior pregio, provenienti da regioni in cui il biologico sta diventando un approccio non solo aziendale ma comprensoriale, condiviso tra viticoltori con chiari benefici per tutto il territorio: l’area con maggiore concentrazione di vigneti bio del Lison-Pramaggiore, regioni come Sicilia e Puglia ed i biodistretti del vino biologico toscano di recente costituzione.

‘Discutere al Vinitaly ha contribuito ad allargare le esperienze della viticoltura e dell’enologia biologica, nonché a consolidare l’identità di un settore in continua evoluzione e costante crescita – ha dichiarato Cristina Micheloni, vicepresidente AIAB – . L’incontro è stata anche occasione per identificare quali siano le esigenze del settore in termini normativi, promozionali e tecnici ed iniziare il percorso di revisione del Reg.CE 203/12, occasione che l’Italia deve utilizzare per qualificare ulteriormente il proprio vino biologico, assieme a quello degli altri Paesi europei’.

L’organizzazione fieristica veronese ha riconosciuto che la presenza dei vini bio al VinItaly non è passata inosservata, anzi, in ogni parte della fiera dove erano presenti, questi vini hanno registrato un interesse, anche commerciale, di notevoli dimensioni.

La sostenibilità delle produzioni, che oramai rappresenta una scelta obbligata per la competizione nel mercato globalizzato, ha, oggi, un Regolamento europeo, un sistema di controllo e una etichettatura, che rendono il vino biologico facilmente riconoscibile.

Crescita dei consumi, e crescita del fatturato delle imprese sono i segnali più incoraggianti per il biologico italiano che continua a registrare molti primati in Europa: il maggior numero di imprese certificate, la più grande vigna biologica d’Europa. Ma ancora il lavoro da fare è molto e interessa più fronti: normativo, tecnico e anche culturale e di conoscenza. Un lavoro sul quale, al convegno AIAB, il ministero dell’Agricoltura si è detto impegnato e disponibile al fianco delle imprese e dei soggetti della rappresentanza.

 

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