In un articolo scritto per la rivista BioEco Actual, il direttore di Fairtrade Iberica, Álvaro Goicoechea, esplora il concetto di doppia materialità nella sostenibilità, un tema sempre più rilevante nei dibattiti aziendali e legislativi.
Possiamo definire il principio della Doppia Materialità come la combinazione di due dimensioni: la materialità d’impatto (gli effetti sulle persone e sull’ambiente) e la materialità finanziaria (rischi e opportunità economiche). La materialità ambientale e sociale riguarda l’impatto delle attività aziendali sull’ambiente e sulla società: una prospettiva che va dall’interno (l’azienda) all’esterno (l’ambiente). Al contrario, la materialità finanziaria prende in considerazione fattori esterni che possono influenzare i modelli di business aziendali: una visione che va dall’esterno (l’ambiente) all’interno (l’azienda).
Questo concetto di contabilità finanziaria è diventato un principio strategico tra i criteri usati per valutare le prestazioni e l’impatto delle aziende: i noti criteri E.S.G.. Tuttavia il panorama legislativo compie un ulteriore avanzamento, integrando la doppia materialità in diverse direttive future riguardanti la sostenibilità e le informazioni non finanziarie, che saranno adottate nei prossimi anni.
Credo che questo concetto, ormai ampiamente condiviso, debba aiutarci a rafforzare la gestione del rischio, non limitandosi alla semplice rendicontazione. Il principio della Doppia Materialità non dovrebbe diventare l’obiettivo principale, ma piuttosto un mezzo per migliorare la sostenibilità dei modelli di business e delle catene di approvvigionamento.
Allo stesso modo, la Due Diligence è un altro concetto che fa ormai parte del vocabolario della nuova era della sostenibilità. Si tratta di un processo attraverso il quale un’azienda identifica, previene, mitiga e contabilizza gli impatti negativi che le sue attività possono avere sulle persone e sull’ambiente.
La certificazione Fairtrade offre alle aziende standard, metodologie e competenze per ridurre i rischi. Non si tratta di un obbligo imposto da leggi o direttive, ma di uno strumento di responsabilità aziendale. Noi di Fairtrade, grazie alla nostra missione, al nostro modello organizzativo e allo sviluppo di nuovi progetti, siamo in grado di garantire valore aggiunto e trasparenza nella gestione sostenibile delle filiere. Un esempio concreto di questo è la Mappa dei rischi, ideata per valutare i rischi ambientali e relativi ai diritti umani, o la Mappa degli impatti, che raccoglie i progetti Fairtrade e gli studi commissionati in tutto il mondo.
Il sistema Fairtrade garantisce inoltre la partecipazione attiva delle parti interessate, dai 2,1 milioni di produttori che fanno parte delle tre reti regionali, le quali detengono il 50% dei diritti di voto del sistema, alle oltre 2.500 aziende che gestiscono le loro filiere con Fairtrade, fino ai consumatori che scelgono tra oltre 37.000 prodotti diversi, per un valore di vendita che si avvicina agli 11 miliardi di euro.
Le carte sono sul tavolo. Ora è il momento di definire un allineamento della strategia di sostenibilità che vada oltre il mero adempimento dei requisiti di conformità legale.
Autore: Álvaro Goicoechea, direttore di Fairtrade Ibérica