Un ampio schieramento di associazioni ha risposto il 15 gennaio alla consultazione pubblica indetta dal ministero dell’Agricoltura sul Piano d’azione nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
Il documento unitario, presentato nel convegno tenutosi a dicembre da un ampio schieramento composto da 16 organizzazioni tra cui AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai, Firab, Federbio-UpBio, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mdc, Pro Natura-Federazione Nazionale, SIEP, Slow Food Italia, TCI, Unaapi, WWF, non è rimasto nel cassetto ma ha prodotto un primo risultato.
Un pacchetto di emendamenti su tematiche condivise che mettono in primo piano obiettivi fondamentali, a partire dalla salute dei cittadini e degli agricoltori, alla qualità dell’ambiente e delle aree rurali, alla sicurezza alimentare.
‘Il PAN deve esprimere molta più determinazione nel perseguire obiettivi di sostenibilità e salubrità della produzione agroalimentare e della gestione delle risorse naturali – afferma Maria Grazia Mammuccini portavoce del tavolo delle 16 organizzazioni –. Aderiamo all’esercizio di emendarne il testo, come indicato dalla consultazione, me restiamo esigenti e vigili nella sua implementazione che coinciderà con la prossima legislatura che auspichiamo molto più attenta e sensibile sui temi della qualità ambientale e dell’alimentazione’.
Sette i punti sui quali si sono concentrate le proposte di emendamento al Piano d’azione nazionale:
1- Il Piano deve definire obiettivi strategici, quantitativi da perseguire attraverso il prossimo periodo di programmazione della PAC e non il contrario e cioè attendere la PAC per definire gli obiettivi del piano.
2- Rendere evidente la priorità della difesa della salute di tutti i cittadini con particolare attenzione ai soggetti vulnerabili come i bambini e ai soggetti più esposti a rischio come gli agricoltori.
3- Evitare l’uso dei fitofarmaci nelle aree non agricole (rete viaria ,ferroviaria, parchi pubblici etc..) a tutela degli spazi fruiti dai cittadini e in particolare dai soggetti più vulnerabili.
4- Ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci per tutelare gli ambienti acquatici e la salubrità dell’acqua potabile.
5- Tutelare le produzioni biologiche attraverso l’obbligo per le aziende che effettuano trattamenti d’ informare gli agricoltori biologici e biodinamici confinanti.
6- Tutelare la biodiversità e favorire la conversione al biologico nelle aree protette prevedendo entro 5 anni dall’approvazione del piano il divieto di utilizzo dei pesticidi nei siti Natura 2000.
7- Investire strategicamente in Ricerca e Monitoraggio anche al fine d’ identificare: le sostanze da eliminare in via prioritaria, i potenziali rischi per la salute umana e per l’ambiente e gli effetti relativi al multiresiduo.
In primo luogo – affermano le organizzazioni – il Piano d’azione nazionale deve individuare obiettivi quantitativi di riduzione dell’impiego di pesticidi che devono essere semplici, misurabili e accompagnati da indicatori efficaci e monitorabili. Le proposte prioritarie inserite negli emendamenti sono quelle di portare ad almeno il 20% della superficie agricola utilizzata nazionale le superfici coltivate con il metodo dell’agricoltura biologica e biodinamica che notoriamente non fanno uso di prodotti chimici di sintesi e la riduzione di non meno dell’80% delle vendite di prodotti fitosanitari con sostante attive classificate come pericolose per la salute umana e l’ambiente. Questi obiettivi, da raggiungere nei 5 anni di operatività del Piano, possono essere sostenuti con le risorse del prossimo periodo di programmazione della PAC ma non il contrario, non si può infatti attendere la PAC per definire gli obiettivi questi obiettivi.