Cresce la preoccupazione tra i breeder europei di fronte a un sistema brevettuale sempre più confuso e all’aumento costante delle licenze approvate. Questi strumenti giuridici possono limitare l’accesso a varietà e tratti genetici fondamentali per il miglioramento vegetale, mettendo così a rischio la sovranità alimentare in Europa. In un contesto segnato da cambiamenti climatici, nuove malattie e infestazioni, l’adattamento delle colture è cruciale.
Nonostante la legge escluda dalla brevettabilità i metodi di selezione tradizionali, l’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) continua a rilasciare concessioni in questo ambito. Anche le nuove varietà ottenute tramite OGM, se coperte da brevetto, possono influenzare negativamente quelle convenzionali, a causa della portata estensiva di tali diritti.
Un caso emblematico è quello di Grietje Raaphorst-Travaille, selezionatrice olandese dell’azienda Nordic Maize Breeding, che ha sviluppato una varietà di mais biologico adatta ai climi freddi. Il suo lavoro è ora minacciato da un brevetto concesso nel 2022 alla multinazionale tedesca KWS, relativo proprio a tecniche di selezione tradizionale. Le ambiguità normative hanno già consentito la concessione di oltre 200 brevetti in questo settore. Un’opposizione al brevetto, presentata dalla coalizione europea NO PATENTS ON SEEDS!, è stata respinta nel 2024.
L’impatto è potenzialmente vastissimo: oltre un centinaio di varietà vegetali potrebbero essere coinvolte. Tuttavia, risalire alle informazioni su quali caratteristiche genetiche siano effettivamente brevettate è estremamente difficile. Le ricerche necessarie sono complesse e spesso non permettono ai selezionatori di lavorare con certezza su nuove varietà.
La prospettiva di affrontare costose controversie legali con le grandi aziende sementiere rischia di scoraggiare molte realtà medie e piccole, favorendo ulteriormente la concentrazione del mercato e riducendo la diversità colturale nei campi europei.
Un problema simile lo segnala anche Frans Carree, selezionatore dell’azienda olandese di sementi biologiche DeBolster, impegnato nello sviluppo di varietà di pomodoro resistenti al virus ToBRFV (noto anche come virus della Giordania). In questo caso, sono già stati depositati 20 brevetti da parte di 10 diverse aziende, rendendo estremamente difficile la selezione libera.
Alla luce di questa situazione, cresce l’appello ai decisori politici affinché intervengano con urgenza per chiudere le falle normative. È necessario riformare la Direttiva europea sui biobrevetti 98/44 e modificare il Regolamento di attuazione della Convenzione sul brevetto europeo, che rappresenta il fondamento giuridico dell’EPO. Solo così sarà possibile tutelare davvero il lavoro dei selezionatori e garantire un futuro agricolo diversificato e sostenibile per l’Europa.
Autrice: Johanna Eckhardt, No Patents on Seeds! project coordinator per Bioeco Actual