Da Il Bettolino nasce il marchio “Bettolino Biologico”

Copia di STANDARD PER SITO GREENPLANET (49)

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Dalla prossima primavera ‘Il Bettolino’, la più importante Cooperativa sociale del settore erbe aromatiche con base a Reggiolo, parte del gruppo di Agribologna dal 2016, uscirà a scaffale con il marchio ‘Bettolino Biologico’. 

Si tratta di un primo passo del piano programmatico 2022-2025, che parte dall’iniziare a coltivare i terreni che circondano le serre della cooperativa di Reggiolo e che sono già certificati Bio per produrre in suolo erbe aromatiche Biologiche.

“Attualmente, i nostri prodotti non sono certificati Bio perché coltiviamo in idroponica che, almeno fino ad oggi, non è certificabile – spiega Francesca Benelli, presidente della Cooperativa Sociale Il Bettolino – puntiamo a quadruplicare la produzione e certificarla Bio, sfruttando i circa 10mila mq di terreni adiacenti le nostre serre, dove coltiveremo a terra”.

“In pratica l’obiettivo è passare dai 60mila chili di basilico del 2020, pari a un fatturato di 3 milioni di euro, in ulteriore crescita nel 2021, generato da 10mila mq di serre, di cui la metà in idroponica (in teoria convenzionali ma di fatto con zero uso di pesticidi), a quasi 300mila alla fine del piano programmatico”.

“Oggi la coltivazione idroponica non è ammessa tra le tecniche colturali che possono essere certificate Bio ma ci sono molte pressioni, da parte del mondo produttivo, in questa direzione”.

Oltre ad essere una cooperativa caratterizzata per la sua inclusività, dal momento che, lavorando a stretto contatto con i servizi sociali del comune, da sempre offre possibilità formative e occupazionali a ragazzi disabili che oggi rappresentano il 40% della manodopera aziendale; da due anni si sta focalizzando anche sui packaging sostenibili, sostituendo le confezioni di plastica con quelle in cartone che garantiscono, una volta sigillate, una shelf-life del prodotto di 5-7 giorni.

Il 2021 segna i primi cinque anni di questo impegno verso la sostenibilità ambientale, sociale ed anche economica.
“Il prossimo passo – precisa Benelli -, dopo avere sviluppato tutto il potenziale del settore erbe aromatiche sul mercato italiano, dove ci sono 4-5 operatori strutturati e c’è quindi ancora molto spazio per crescere, sarà quello di aprire dei canali di export. Uno scenario per il quale stiamo già facendo delle analisi di mercato”.

Mariangela Latella

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