Vegetariani, vegani, flexitariani, quelli del ‘lunedì senza carne’ e del ‘venerdì veglie’. Comunque li si etichetti, coloro che prediligono una dieta a basso contenuto di proteine animali sono sempre più numerosi. Che si tratti di una tendenza congiunturale o di un cambiamento strutturale, sebbene in forte crescita, è un fenomeno ancora minoritario tra la popolazione, tanto che la media del consumo giornaliero di frutta e verdura per persona in Europa è ancora al di sotto dei 400 grammi raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sostenere un’ulteriore sviluppo del trend diventa dunque d’obbligo da parte della società stessa quanto dei principali rappresentanti del settore.
Nonostante apparentemente possa sembrare facile ‘cavalcare l’onda’, in realtà per gli operatori del comparto ortofrutticolo sono tante le sfide da affrontare. Una su tutte riguarda il profilo dei consumatori stessi. Secondo una recente ricerca di Euromonitor, ad oggi non esiste più il cosiddetto ‘consumatore-tipo’, l’acquirente è diventato “multidimensionale”, in personale equilibrio tra diversi stili di vita, sovrastrutture familiari e sociali, e gusti individuali. Inoltre il consumatore moderno è consapevole ed informato e presta sempre più attenzione ad un tipo di prodotto non tradizionale – come quelli gluten-free, fair trade, biologici o vegani per citarne alcuni – disponibili sempre più facilmente anche in punti vendita non specializzati. Essere vegetariani poi non significa nutrirsi esclusivamente di frutta e verdura, anzi, il segmento dei prodotti alternativi alla carne ad alto contenuto proteico sta ormai da tempo registrando un forte incremento della domanda. Inoltre, è una tendenza che non si limita al consumo domestico tanto che si sta assistendo ad un proliferare di servizi di ristorazione dedicati a questa importante nicchia di mercato. E anche nei menù dei ristoranti più tradizionali è ormai consuetudine trovare piatti appositamente inseriti per far fronte a questo tipo di richiesta.
Detto ciò è tuttavia facile intuire le infinite opportunità che il comparto dell’ortofrutta ha davanti a sé: dalle proposte biologiche a quelle di stagione e a km zero passando per quelle a denominazione di origine protetta. Ma non è finita: le proprietà benefiche di frutta e verdura sono indiscutibili e ben note alla maggior parte dei consumatori, basterebbe solo comunicarlo meglio anche ai più distratti. Comunicazione che potrebbe avvenire per lo più – ma non solo – attraverso i canali social in quanto il prodotto stesso si presta molto bene al marketing online.
‘Essere parte io stessa della ‘online generation’ mi fa capire le enormi possibilità per l’ortofrutta che possono derivare dal marketing digitale. Frutta e verdura infatti sono prodotti interessanti, colorati e divertenti, che possono essere comunicati online in modo molto efficace’, ha dichiarato in una nota Daphne van Doorn, manager di Freshfel (l’organizzazione europea degli operatori ortofrutticoli). Da non dimenticare infine anche gli ampi margini di crescita nel segmento dei prodotti freschi ready-to-eat e all’interno del canale Ho.re.ca. Dunque, non resta che battere il ferro finché è caldo. (c.b.)