Camporeale (PA) – Un pugno di amici. Sognatori e visionari. Che gestivano le terre di famiglia vendendo tutta la produzione su canali convenzionali basati sull’intermediazione dei commercianti accaparratori che poco margine (e rispetto) lasciavano all’agricoltore. Quel gruppo di amici, però, spesso si interrogava su come cambiare quel sistema e su come migliorare i risultati aziendali senza per questo danneggiare le risorse naturali.
La risposta, che si chiama cooperativa Valdibella, arrivò per caso o meglio per la voglia di aiutare chi stava peggio di loro. Il progetto della cooperativa nacque, infatti, dall’idea dei salesiani di Camporeale (comune della Valle del Belíce in provincia di Palermo tristemente famosa per il terremoto del ’68) che alla locale casa d’accoglienza per ragazzi in difficoltà, volevano affiancare un polo produttivo, in modo da insegnare ai giovani ospiti un mestiere e dare vita a una filiera agricola completa. Da soli sapevano di non potercela fare e per realizzare questa idea cercavano partner. Il primo a cui chiesero aiuto e consigli fu un giovane camporealese fresco di laurea in agraria: Massimiliano Solano che ancora oggi é presidente della coop Valdibella.
La cooperativa, nata 25 anni fa per iniziativa di sei giovani, rappresenta un esempio di longevità piuttosto raro in Sicilia ed è composta da una cinquantina di persone, tra soci agricoltori e soci dipendenti. Tutti i produttori hanno sposato una condotta che è anche filosofia produttiva: adottano metodi di agricoltura biologica che punta sulla biodiversità e su colture autoctone. Nei venticinque anni che sono passati dalla sua fondazione, il ritmo di crescita della cooperativa Valdibella è stato costante. Oggi la base produttiva conta 250 ettari di cui 90 investiti a vigneto e il fatturato ha raggiunto circa 4 milioni di euro.
Ma qual è il segreto della longevità di Valdibella? “Se oggi produciamo vino, grano e pasta, mandorle e olio, ortaggi e legumi – afferma Massimiliano Solano – è solo perché all’interno della nostra cooperativa ci sono donne e uomini che sanno superare la propria individualità per unirsi a un progetto comune e cooperativo”. “Ogni socio – prosegue Solano – non avrebbe avuto sbocco sul mercato se non con enormi difficoltà e a condizioni sfavorevoli. La cooperativa invece ha garantito un compenso equo e ha consentito di ammortizzare più facilmente i costi fissi grazie alla condivisione di macchinari e di risorse umane specializzate”.
L’altro elemento di forza della struttura è la trasformazione. “L’agricoltore ‘esce dal seminato’ – dice il presidente – per intraprendere la strada della trasformazione del prodotto e della sua commercializzazione. Questo è l’unico modo per valorizzare adeguatamente il raccolto e dare un senso complessivo al lavoro agricolo”.
Al di là dei lusinghieri risultati economici, quello che colpisce di più sono gli scenari di benessere che coinvolgono tutte le attività e le produzioni interconnesse a quelle della cooperativa. Valdibella ha fatto del bene non solo ai soci, ma a tutto il comprensorio agricolo di Camporeale. Facendolo rinascere e facendo dimenticare la povertà di un passato che il terremoto del ’68, senza la spinta propulsiva di agricoltori preparati, culturalmente emancipati, caparbi e fiduciosi nella cooperazione, avrebbe trasformato in un deserto economico.
Un elemento di distinzione è la filosofia della vendita basata sul minor numero di intermediazioni possibili. La vendita diretta è il canale preferito: attraverso l’e-commerce del sito aziendale ma anche attraverso i gruppi di acquisto e qualche bottega a marchio Valdibella (ce n’è una a Torino). In tutto il Belgio la distribuzione dei prodotti avviene tramite una coop della quale Valdibella è socia di maggioranza. Laddove non ci sono i presupposti per la vendita diretta la coop si è affiliata a distributori o intermediari che condividono il principio di equità e sana agricoltura: Altromercato in Italia e Crowd containers in Svizzera.
I primi prodotti della coop a prendere la via del Nord furono duecento quintali di grano duro della varietà Simeto. Coltivato in biologico nelle campagne di Camporeale, dove non si sapeva in cosa realmente consistesse questo metodo di coltivazione. Il grano venne portato all’azienda di Gino Girolomoni, quello stesso produttore pioniere del settore che incoraggiò i giovani camporealesi a mettersi in gioco nell’agricoltura biologica.
La cooperativa Valdibella è stata una delle prime realtà associative a produrre vino biologico. “Un vino che, incredibile a dirsi, – ricorda Pietro Scardino viticoltore e socio fondatore della cooperativa – con la prima vendemmia e la prima etichetta, un Cabernet in purezza (in Sicilia non erano ancora maturi i tempi per la valorizzazione dei vitigni autoctoni, ndr), vinse perfino un premio in concorso enologico indetto a Vicenza”.
Oggi la gamma produttiva è ampissima. Nel loro e-shop pasta di Timilia (grano antico siciliano), legumi secchi e lessati, miele, olio extravergine di oliva, vino, zafferano, erbe aromatiche, frutta in guscio (mandorle e pistacchi) anche in crema, latte di mandorla, pesti vari, marmellate e tanto altro ancora. “La scelta di un percorso produttivo incentrato sulla valorizzazione del territorio a tutto tondo – conclude Solano – ci ha permesso di sfruttare le potenzialità di una terra che per altitudine, esposizione, composizione del suolo è sempre diversa, così come diverse sono le colture che tradizionalmente costituivano il sostentamento delle comunità agricole”.
Nella convinzione che non può esserci crescita se non collettiva, l’impegno di Valdibella è andato oltre alla produzione sostenibile e alla commercializzazione collettiva, spingendosi nel campo del consumo critico e della lotta alle mafie. Per questo, fin dalla fondazione la coop ha aderito all’associazione Addiopizzo e il logo del sodalizio antimafia è presente su tutti i prodotti a marchio Valdibella.
Angela Sciortino
