Convegno CCPB: il cibo perfetto è un mix complesso

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‘Esiste il cibo perfetto? Se Bio vuole…’ è questo il titolo ironico quanto provocatorio del convegno organizzato dal CCPB in occasione del SANA (Bologna, 8-11 settembre).

Negli ultimi anni si è passati da un concetto di eco-compatibilità a quello di eco-sostenibilità. Un concetto più completo e complesso composto da una serie di valori presenti anche all’interno del prodotto biologico. Tuttavia l’importanza che ognuno di noi dà al singolo valore è personale, anche se influenzabile. Per questo motivo appare evidente che non può esserci un cibo ‘perfetto tout court’, anzi, talvolta scegliere di provare a farlo può essere solo controproducente per l’azienda.

Accettare che il problema non sia semplice e che non esiste la sostenibilità a 360°; avere indicatori ambientali precisi da cui partire per calcolare gli effettivi impatti; e fare scelte coerenti con i propri valori sono dunque, secondo il professor Massimo Marino di Life Cycle Engineering, le 3 regole fondamentali per avvicinarsi il più possibile al ‘cibo perfetto’.

Premesso ciò è stata intavolata una discussione a cui hanno preso parte alcuni tra i protagonisti del mondo agroalimentare nostrano, per spiegare quale sia per loro il ‘cibo perfetto’, ovvero più eco-sostenibile rispetto agli altri, e come le loro aziende si stiano impegnando per produrlo e proporlo ai propri clienti. Uno sforzo possibile anche grazie alla certificazione biologica che, come ricordato da Fabrizio Piva del CCPB, ‘dà le garanzie e la certezza al mercato e, al contempo, aiuta le aziende a raggiungere i propri obiettivi di crescita e miglioramento’.

Francesca Amadori, corporate image di Amadori, gruppo che sta affrontando un percorso di certificazione biologica, ha spiegato che ‘puntare sul benessere degli animali, sul antibiotic free e su un processo di filiera completamente integrata, in grado di tracciabilità sicura della carne, è la strada intrapresa per ottenere un prodotto perfetto’.

Per il direttore della qualità e innovazione di prodotto di Orogel Silver Giorgini il problema dell’acqua è una delle priorità da affrontare per ottenere un prodotto migliore. ‘La siccità di quest’estate ha provocato non solo danni economici e in termini di rese ma ci ha posto di fronte la seria questione della eco-sostenibilità delle produzioni. Per far fronte a questo in azienda ci si sta interrogando se sostituire in futuro le colture attuali con altre più adattabili al cambiamento climatico in atto’.

Per Renata Pascarelli, responsabile per la qualità di Coop Italia, ‘l’unica strada per arrivare al ‘cibo perfetto’ è farlo a piccoli passi, dandosi obiettivi via via più ambiziosi. Non è facile – spiega – ma è quello che in Coop stiamo provando a fare’. Per raggiungere tali risultati la strategia Coop prevede 5 regole fondamentali legate al rispetto di sicurezza, etica, ecologia, trasparenza, prezzo accessibile.

Rispettare il l’ambiente in un’ottica di integrazione strategica tra azienda e territorio in cui opera è per Giovanni Sorlini di Inalca, società del Gruppo Cremonini, un fattore indispensabile per ottenere il cibo perfetto.

Infine il cibo perfetto deve essere anche di facile e immediata reperibilità. ‘Nonostante le statistiche indichino una percentuale di penetrazione del bio al 78% – spiega Paolo Pari, direttore di AlmaverdeBio -, la spesa per l’acquisto di tali prodotti rispetto al totale è ancora al 3%. Per superare questo impasse il bio deve essere disponibile in tutti i canali distributivi; la grande distribuzione e l’industria devono collaborare insieme in questo senso’.

A conclusione dei lavori sono stati resi noti i risultati di un test sottoposto ai presenti in sala a cui era stato chiesto di votare i valori imprescindibili affinché un alimento possa definirsi ‘perfetto’. Al primo posto è emersa la ‘protezione del suolo e della biodiversità’, seguito dal ‘benessere degli animali’ e la ‘tutela dei lavoratori’. Qualità intrinseche al prodotto che tuttavia non contrastano con quanto emerso durante la discussione precedente, da cui appariva chiaro il desiderio dei presenti di poter scegliere un prodotto biologico ma al contempo ad alto contenuto di servizio. Il ‘cibo perfetto’ sarà forse il bio di quarta gamma? Perfetto o no, la richiesta di ‘organic convenice food’ sembra essere un ulteriore passo verso l’affermazione e il consolidamento del comparto del biologico.

Chiara Brandi

 

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