Il biologico si conferma protagonista della transizione agroecologica, come evidenziato da Silvia Piconcelli, dirigente della Direzione Politiche Sviluppo Sostenibile e Innovazione di Confagricoltura e Confagribio, nel corso dell’International Congress of Mediterranean Agroecology che si è svolto ad Agrigento dal 9 al 12 giugno. L’appuntamento ha rappresentato un momento di confronto strategico tra agricoltori, ricercatori e attori dell’agroecologia dell’area mediterranea, riuniti per discutere sfide e prospettive comuni.
Piconcelli ha sottolineato come l’agricoltura biologica sia oggi un riferimento imprescindibile per affrontare un contesto agricolo sempre più complesso e segnato da forti contraddizioni. Da una parte, le aziende si trovano ogni giorno ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico, il calo della fertilità del suolo, la perdita di biodiversità e l’aumento dei costi di produzione. Dall’altra, rimane la necessità impellente di produrre cibo in quantità sufficienti per rispondere a una domanda globale in costante crescita, ma con un’attenzione crescente alla qualità, intesa in senso nutrizionale, ambientale e organolettico: un ambito in cui il biologico si colloca in prima linea.
L’approccio agroecologico, ha ricordato Piconcelli, può e deve essere sostenuto da un’agricoltura biologica dinamica, in grado di coniugare sostenibilità e innovazione. Investire in percorsi sostenibili non è più una scelta, ma una necessità urgente. Le aziende agricole, in quest’ottica, possono trasformarsi in veri e propri laboratori a cielo aperto, dove sperimentare nuovi approcci scientifici e percorrere strade innovative.
È questa, secondo Confagribio, la visione dell’agricoltura del futuro: un sistema ispirato all’economia dell’astronauta, dove ogni risorsa è limitata e va utilizzata con consapevolezza. Gli agricoltori, in questa prospettiva, diventano i veri “astronauti della Terra”, custodi del Pianeta e innovatori per vocazione.
Confagribio ribadisce la necessità di rafforzare il comparto su tre direttrici fondamentali: la ricostruzione della fiducia nel sistema di certificazione, il consolidamento della collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni e l’attivazione di politiche di investimento strutturali, anche attraverso una proposta di OCM BIO.
“Investire nel biologico significa guardare avanti con coraggio – ha concluso Piconcelli – e questo percorso deve partire da chi lavora ogni giorno la terra, da quegli agricoltori che, con le loro scelte, tracciano la via verso un modello produttivo più sostenibile e resiliente”.
Nel corso dei quattro giorni di lavori, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare quattro aziende biologiche associate a Confagricoltura – Airone, Vassallo, Azzalora Bio e Carbonìa – dove i titolari hanno presentato le pratiche adottate e i risultati ottenuti direttamente sul campo, dimostrando come l’agricoltura biologica sia già oggi una realtà concreta, efficace e replicabile.
Fonte: Ufficio stampa Confagricoltura