Con le ‘isole’ cresce l’impegno bio di Melinda

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A fronte della crescita continua dell’agroalimentare biologico in Italia – si parla di un 20,3% sia in termini di superfici che di operatori (fonte Sinab) e dell’orientamento del consumatore alla scelta di frutta bio, con un picco del 7,8% in questo comparto che incide del 2,8% sul totale spesa (dato Ismea) – Melinda è reattiva. Già a partire dal 2008 il Consorzio trentino ha proposto ai soci un Piano Bio con l’obiettivo di sostenere e incrementare la produzione di mele biologiche. Questo programma è stato in seguito rinnovato in due successivi momenti, portando oggi Melinda ad essere la realtà trentina con le maggiori superfici destinate al biologico. Risultato questo che non è di certo un punto d’arrivo bensì soltanto una base di partenza per pianificare ulteriori conversioni dalla produzione integrata a quella biologica.

Oggi si assiste infatti ad una grande accelerata in questa direzione, grazie soprattutto al coordinamento da parte del Consorzio che promuove l’aggregazione produttiva. Infatti in un territorio come quello delle Valli del Noce, caratterizzato da una alta polverizzazione fondiaria con frazionamento della proprietà in piccole particelle sparpagliate, è impensabile che ogni agricoltore possa intraprendere da solo un processo di conversione delle colture. La creazione di ‘isole biologiche’, con il finanziamento da parte del Consorzio del processo di conversione, oltre alla certezza di un’assistenza qualificata fornita come sempre da tecnici professionisti della Fondazione Edmund Mach, sono i sostegni che oggi fanno la differenza.

‘Ogni progetto, ma in particolare un progetto serio e solido di produzione biologica, visto nell’ottica della situazione fondiaria trentina, frammentata e disomogenea, necessita di un adeguato periodo di preparazione – afferma Michele Odorizzi, presidente del Consorzio -. In quest’ultimo anno l’individuazione di queste isole di dimensione significativa ha finalmente permesso di accelerare il progetto. Allo stesso tempo sono state definite modalità appropriate di consulenza tecnica, indispensabili in particolare all’inizio del percorso biologico di un’azienda, per offrire solide prospettive di crescita e di vitalità anche economica’.

Il Piano Bio Melinda rappresenta così un’importante tappa di un percorso responsabile che vede i frutticoltori del Consorzio sempre più aperti e sensibili verso uno stile di lavoro orientato alla sostenibilità, che va oltre il sistema di coltivazione poiché abbraccia anche altre tematiche rilevanti quali le emissioni di anidride carbonica, i consumi idrici ed energetici e tutte le attività connesse alla produzione ed alle successive fasi che portano le mele fino alle tavole dei consumatori. Un progetto che offrirà inoltre, grazie anche alla strategica collaborazione con il Consorzio La Trentina, uno sviluppo organico dei sistemi frutticoli anche a livello provinciale. 

 

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