Con l’azienda agricola Cunsolo la frutta tropicale è bio

Azienda agricola Gianfranco Cunsolo

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Sono passati 20 anni da quell’avvio in salita, quasi “un salto nel buio”: pochi mezzi tecnici a disposizione, condizioni atmosferiche avverse e un mercato tutto da scoprire. È il 2001 quando Gianfranco Cunsolo, ora proprietario dell’omonima azienda agricola con sede a Ragusa, decide avviare una propria attività dopo aver aiutato per anni il padre che coltivava piante ornamentali e fiori. Ora l’amore per la natura è immutato, ma i mercati conquistati sono molti e la professionalità acquisita permette all’azienda di assicurare prodotti all’insegna della salubrità e della biodiversità.

– Come è nata l’Azienda agricola Gianfranco Cunsolo?
“Avevo lasciato la facoltà di Informatica all’università per dare una mano a mio padre, ma le divergenze dovute alla differenza generazionale e alla mia formazione mi hanno portata ad iniziare un’attività in proprio, sicuramente non con poche difficoltà. Da sempre la natura mi ha affascinato, così visto che mi si presentò l’occasione, decisi di intraprendere l’avventura del bio in orticoltura che allora era ancora agli albori, con pochi mezzi tecnici a disposizione e con un mercato tutto da scoprire praticamente un salto nel buio.


– Come furono i primi anni?
“Furono un disastro: produzioni totalmente perse ed eventi atmosferici avversi mi portarono ad accumulare debiti. Furono però queste avversità che mi temprarono il carattere, che poi mi permise di affrontare tutte le problematiche con più caparbietà e più razionalità nelle decisioni future. Così le cose cambiarono totalmente in meglio e adesso l’azienda è cresciuta e gode di ottima salute, senza però mai abbassare la guardia, perché le avversità sono sempre dietro l’angolo”.– Quali prospettive di mercato vi siete posti ad inizio attività?
“Sicuramente puntavamo ad un mercato migliore rispetto a quello convenzionale che ormai era quotato al ribasso, a causa dell’entrata di merce dal nord Africa. Poiché allora il mercato bio era indirizzato verso un consumatore di reddito medio alto, pensavo che il mio prodotto dovesse essere sicuramente valorizzato, perché era un prodotto coltivato al 100% senza l’uso di prodotti chimici”.

– Mi racconta perché si è orientato da subito sul biologico?
“Io ho iniziato a lavorare in una azienda floricola dove sicuramente l’uso dei prodotti chimici era di larga scala. Questo fatto a me andava molto stretto, visto che dovevo coltivare prodotti che dovevamo mangiare, così decisi di intraprendere l’avventura del biologico”.

– Cosa ricomprende il vostro catalogo commerciale?
“L’azienda produce Pomodori di tutti i generi, Cetrioli, Zucchine, Mini Angurie, Fagiolini. L’ultimo arrivato è il Frutto della Passione”.

– Quali sono i principali risultati che avete raggiunto in questi anni?
“Sicuramente un’ottima professionalità, grazie all’esperienza ventennale. Questo ci permette di offrire un prodotto di qualità e salubrità che ci ha permesso di conquistare i mercati del nord Europa (Germania, Olanda, Francia), oltre che buona parte del centro/nord Italia”.

– Cosa rappresenta per voi il biologico?
“Il presente e sicuramente il futuro verso cui tutti dovremmo orientarci, per una maggiore sostenibilità”.

– Quali sono i vostri canali di vendita e come ha impattato sulle vendite l’emergenza Covid-19?
“I canali di vendita soprattutto sono GDO e canali di mercatini dedicati al Bio, in tutto il nord Europa e centro/nord Italia. Fortunatamente il Covid non ci ha danneggiato, tranne in qualche piccolissimo periodo ma niente di grave. Il fatturato è stato in linea con gli anni precedenti. Mi auguro, in considerazione della forte ripresa che si prospetta con le riaperture delle mense scolastiche in Autunno, di aumentare di qualche punto il fatturato”.

– Come vedete gli sviluppi del mercato del Biologico più in generale?
“Penso che al momento sia stabile, ma non possiamo prevedere cosa succederà per il futuro, data l’incertezza della situazione Covid legata alle varianti in Europa. Dopo l’estate penso che potremo valutare meglio la situazione”.

– Cosa fate per preservare l’ecosostenibilità?
“Riciclo di tutte le materie plastiche e degli scarti di produzione, uso in percentuali sempre maggiori di materiale biodegradabile nel confezionamento del prodotto”.

– Quali sono i vostri obiettivi futuri?
“Al momento siamo in una fase di quiete, visto il vertiginoso continuo aumento delle materie prime, aspettiamo il 2022”.

– Prevedete novità di prodotto?
“Al momento si sta pensando ad una diversificazione di produzioni con alcune cultivar di frutti tropicali come appunto il Passion Fruit”.

Stefania Tessari

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