Azienda Agricola Di Prima, Cantina delle Colline Pisane, Cautiero, Civ & Civ, Folicello, Galassi, Mont’Albano Group, Abbazia Santa Anastasia, Agricola Terre di Fiume, Azienda Agricola Sugame, Bioitalia, Cantine Galasso, Cantina Orsogna, Cantine Tollo, Caparsa, Casa Vinicola Caldirola, Cascina Cirio, Di Camillo Vini, Fattoria di Montemaggio, Fattorie San Michele a Torri, La Casaccia, La Spinosa, Lambrusco Pederzini, Le Caniette, Massimo Nicolini, Quinzan, Tenuta Santa Cecilia alla Croara, Vigne del Nizzola, Villa Scaminaci, Azienda Agricola Valentina Cubi.
Queste sono le 30 aziende bio certificate dal CCPB e presenti al Vinitaly nei due stand organizzati dal Consorzio bolognese. Il CCPB ha inoltre organizzato un convegno sulla filiera vitivinicola fra biologico, sostenibilità ambientale e responsabilità sociale al quale hanno partecipato 150 persone.
Gli italiani apprezzano sempre di più il vino biologico.
‘La prova della bontà del lavoro fin qui svolto” ha detto al Vinitaly Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB, ‘sono i dati pubblicati da Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo cui il 19% delle famiglie italiane ha acquistato vino bio’.
Si raccolgono i primi frutti dopo il primo anno di entrata in vigore dell’atteso Reg CE 203/2012 sul vino biologico europeo. Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura, in Italia abbiamo 53mila ettari interessati da viti biologiche, pari all’8% dell’intera superficie viticola nazionale.
‘Facendo una stima sulla base della produttività media’ ha aggiunto Piva ‘possiamo calcolare che ogni anno si producono tra i due e tre milioni di ettolitri di vino biologico’.
‘Questo è un punto di partenza, il vino biologico può e deve crescere ancora’ ha commentato Lino Nori, presidente di Consorzio il Biologico, ‘il futuro è la sostenibilità, economica, sociale e ambientale, finora il bio è il metodo agricolo più sostenibile’.