C’è un’Italia agricola dove si lavora per produrre cibo in armonia con la terra, gli animali e il paesaggio. E ci sono, nel nostro Paese, agricoltori, allevatori e apicoltori, ma anche persone che le materie prime agricole le trasformano, che con il loro lavoro quotidiano esprimono tutta la passione e la dedizione per il ‘cibo vero’, quello pensato, voluto, creato, coltivato e raccolto non per il mercato ma per se e per gli altri. Cibo come relazione.
Le loro esperienze sono oggi raccolte nel libro ‘Cibo vero – storie di passione per la terra’ (AA.VV., Ed. Giunti, euro 12,00), promosso da Alce Nero, da più di trent’anni marchio che rappresenta il meglio del biologico italiano: un viaggio nell’Italia agricola più autentica, dalla Sicilia alle Dolomiti, per raccontare il lavoro di chi produce, appunto, ‘cibo vero’.
La pubblicazione viene presentata a Milano mercoledì 27 giugno alla Fondazione Riccardo Catella (via De Castillia 28) alle 10,30, presenti il preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna e fondatore di Last Minute Market, Andrea Segré; il presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Piero Sardo; il presidente di Alce Nero e Mielizia, Lucio Cavazzoni.
Moderati dalla giornalista Giovanna Zucconi, racconteranno le loro storie uomini e donne dell’agricoltura e delle imprese di trasformazione, impegnati in un’economia responsabile, sostenibile e in un’agricoltura che lascia la terra fertile e pulita per il domani: Alessandra e Nicola Cecere, allevatori di bufale; Arturo Santini, agricoltore e trasformatore ortofrutta biologica; Francesco Panella, apicoltore biologico; Gabriele Centazzo, presidente Valcucine; Massimo Rocco, casaro della cooperativa Le Terre di Don Peppe Diana. Interverrà inoltre Rita Brugnara, vice presidente Giunti – Progetti Educativi.
Frutta, ortaggi, cereali, miele, olio, pasta, marmellate, formaggi diventano infatti testimonianza, con i loro sapori autentici, di un rapporto profondo con una terra rispettata e amica. Ma sono anche l’espressione più alta di una visione e di una missione chiare, lungimiranti, senza compromessi. Perché solo da un rapporto profondo con la terra può nascere un cibo che dia senso e soddisfazione a chi lo produce e a chi ne fruisce.