È stato pubblicato sulla rivista “Ecological Economics” un interessante articolo, redatto da esperti dell’Università Politecnica delle Marche e del CIHEAM Bari, sulla certificazione di gruppo in Italia:“Potenziali risultati e impatti della certificazione biologica di gruppo in Italia: un caso di studio valutativo”.
Il nuovo regolamento UE sul biologico 848/2018 permette di applicare la certificazione di gruppo ai piccoli agricoltori biologici dell’UE. La certificazione di gruppo è approvata da IFOAM-Organics International ed è l’approccio dominante per certificare i piccoli agricoltori biologici in molti paesi non UE.
Il lavoro fornisce una valutazione incrociata di casi di studio sulla futura implementazione della certificazione di gruppo tra i piccoli agricoltori biologici in Italia. Un modello logico di Teoria del Cambiamento è utilizzato come quadro analitico per valutare i risultati e gli impatti di tale implementazione. Utilizzando più fonti di prova e triangolandole, lo studio stabilisce quattro profili di potenziali utilizzatori.
I gruppi di piccole aziende ortofrutticole che producono un prodotto principale e che implementano un meccanismo di coordinamento formale tra i membri, come i contratti di consegna e gli standard interni per i controlli di qualità, sembrano avere maggiori probabilità di adottare la Certificazione di Gruppo.
I gruppi che potrebbero essere poco propensi ad adottare la certificazione di gruppo sono quelli composti da agricoltori che producono diversi prodotti e che utilizzano diversi canali di mercato.
Il paper scopre anche i punti critici del nuovo regolamento sul biologico riguardanti la certificazione di gruppo e fornisce spunti per interventi politici e altri meccanismi che possono aiutare o ostacolare la transizione verso sistemi alimentari biologici più inclusivi, trasparenti e responsabili.
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Fonte: SINAB