Carrefour punta a chiudere il 2022 con una crescita del fatturato bio che arriverà ai 5 miliardi di euro anche grazie alla conversione della PL Filiere di Qualità in Filiere Biologiche. Contemporaneamente si pone gli obiettivi di arrivare, su scala internazionale, al 15% dell’assortimento composto da prodotti ecosostenibili entro il 2025 e di rendere sempre più democratico il bio, trasformandolo in una scelta più accessibile per tutti.
Intanto per il tavolo nazionale dell’Ortofrutta, anche di IV Gamma Bio, è sempre più vicino all’Interprofessione Ortofrutta Italia di Massimiliano Del Core sul fronte della valorizzazione.
Ne parliamo con Massimo Silvestrini (nella foto a fianco), responsabile prodotti bio e acquisti prodotti locali di Carrefour Italia.
– Come state riorganizzando l’assortimento del Bio in funzione degli obiettivi imposti dall’UE (superfici in crescita fino ad un quarto del territorio coltivato, entro il 2030, che si aggiunge al Bio extra UE di importazione)?
“Il comparto biologico è un settore dell’agricoltura in crescita – ci spiega Silvestrini -, risultato diretto di un maggiore interesse dei consumatori nei confronti dei prodotti biologici. L’approvazione del disegno di Legge n.988 giunge in un momento strategico e consente anche all’Italia di allinearsi alle politiche UE che, con il Green Deal, la strategia Farm to Fork e il Piano d’azione Europeo per il biologico, puntano a una crescita consistente del settore”.
– Un commento sulla tanto attesa legge sul Bio.
“Il nostro Paese ha un primato nel biologico, siamo il più forte esportatore europeo e nel 2021 si è collocato al secondo posto nel mondo dopo gli USA. Primato conquistato grazie all’impegno di tanti agricoltori, spesso giovani, e di operatori della filiera che hanno creduto nella scommessa di conciliare il legittimo interesse d’impresa con il bene pubblico della difesa del suolo, della biodiversità e della salute dei cittadini. Oggi questo impegno viene finalmente riconosciuto con l’approvazione della legge sul bio”.
– Quali sono gli obiettivi verso la direzione ‘green’ che si è data Carrefour?
“Come Gruppo Carrefour, il nostro obiettivo è di avere, entro il 2030, fino al 25% delle terre coltivate destinate al Biologico e come tappa importante intermedia, Carrefour internazionale si pone la sfida di avere almeno il 15% dei prodotti freschi ecosostenibili entro il 2025. Gli assortimenti dei punti vendita vengono fatti in base alle esigenze specifiche di ogni Paese. Oggi Carrefour è il principale distributore di prodotti biologici in Francia, dove il mercato del bio è più avanti rispetto l’Italia e viene registrata una sensibilità maggiore e un incidenza doppia del Bio. In Italia, ci impegniamo per accompagnare i coltivatori attraverso semplificazioni commerciali e impegni che rendono loro più facile la conversione alla produzione biologica. E questo vale, specialmente, per gli agricoltori più piccoli”.
– La congiuntura economica particolarmente sfavorevole (influenzata dalla guerra ucraina e dal post-pandemia) riducono il differenziale di prezzi tra Bio e convenzionale. Come renderlo più attrattivo per il consumatore più impoverito da, praticamente, 24 mesi di emergenza?
“In realtà non è detto che sia così automatico il meccanismo e ogni volta che si verificano turbative sugli equilibri dei mercati si abbiano ripercussioni trasversali, tanto che anche i listini del Bio sono in tensione. È vero, però, che il delta prezzo fra bio e convenzionale è una barriera e un freno concreto all’acquisto del cliente ed è per questo che il nostro obiettivo è quello di rendere sempre più democratico il bio, trasformandolo in una scelta più accessibile per tutti”.
– In che modo?
“Indipendentemente dalla crisi e dell’andamento dei prezzi degli altri prodotti, il nostro obiettivo, infatti, è di avere un differenziale di prezzo rispetto al prodotto leader convenzionale non biologico, al massimo del 30%. I dati di BioBank a fine 2021 indicano che negli ultimi due anni, segnati dalla pandemia, il biologico continua comunque a crescere, perché cresce la percezione di quanto siano correlate la salute personale e quella planetaria”.
– Che previsioni di fatturato Bio avete per quest’anno?
“Nel 2021 il mercato del bio in Italia ha raggiunto i 4,6 miliardi di euro, più che un raddoppio negli ultimi 10 anni. Come Carrefour, a livello globale, puntiamo a generare 5 miliardi di euro di vendite di prodotti biologici entro fine 2022”.
– Quali difficoltà nella catena di fornitura Bio registrate in questi 24 mesi di emergenza e come vi organizzate per affrontarle?
“Carrefour ha l’ambizione di essere un attore impegnato ed un referente del mondo agricolo attraverso lo sviluppo delle pratiche agricole sostenibili. Per questo, mette in sicurezza le sue Filiere Qualità Carrefour ed alcune di queste le ha trasformate e le sta trasformando in filiere biologiche; questo per rinforzare le pianificazioni produttive con gli agricoltori e facilitare l’attuazione di pratiche agricole sostenibili rispettose dell’ambiente, promuovendo la transizione agricola sostenibile attraverso condizioni contrattuali più eque con i fornitori. Il fine è facilitare la transizione, lo sviluppo e la valorizzazione di un’offerta responsabile e di instaurare un rapporto di fiducia con i consumatori”.
– Può essere più preciso?
“Come Carrefour Italia, sosteniamo oltre 440 produttori nel processo di conversione della filiera da convenzionale a biologica. È un lavoro continuo, tenendo conto che, per arrivare alla conversione al bio, i tempi sono dai 3 ai 5 anni”.
– Se l’obiettivo Green dell’UE è ineludibile, potrebbe avere senso di parlare di Interprofessione del Bio (sul fronte nazionale) e di accordi bilaterali sul Bio (sul fronte internazionale) per lo meno per le catene multinazionali e di qualità quale è la vostra?
“Queste sono tematiche importanti, ma complesse. Sicuramente sarebbe auspicabile che ci fossero interventi strutturati e coordinati fra le varie parti del processo. Noi di Carrefour Italia, per esempio, partecipiamo, attraverso Federdistribuzione, a Ortofrutta Italia e quando si parla di comunicazione del prodotto ai fini della valorizzazione si riesce a porre sul tavolo delle pianificazioni anche importanti, se si parla di intero settore del Bio però è un disegno di altra portata… Anche sul fronte internazionale creare accordi bilaterali per regolarizzare i nostri prodotti sia dal punto di vista di regole su dazi commerciali che sul fronte di barriere fitosanitarie, sarebbe sicuramente auspicabile, ma credo che, anche in questo caso, il tavolo tecnico sia insufficiente ed entri in gioco la politica, prima di tutto per disciplinare in maniera ancora più chiara le definizioni e le trattative internazionali sul biologico”.
– Progetti in fase di sviluppo?
“Stiamo investendo sul bio in maniera molto seria, con la volontà di aumentarne la visibilità, in ciascuna categoria, sia all’interno dei nostri punti vendita, sia potenziandone l’offerta esempio con nuove linee prodotto (es. Linea Carrefour Baby) sia potenziandone la presenza sull’ e-commerce. Lavoriamo per valorizzare sempre di più l’offerta assortimentale biologica all’interno dei nostri mercati. Esempio su tutti, lo sviluppo degli Shop in shop: aree di circa 115 mq, ad oggi presenti negli Ipermercati di Carugate, Assago, Limbiate, Grugliasco, Casalecchio, Gallarate e Paderno, all’interno delle quali è disponibile un’ampia offerta di articoli biologici con oltre 1.700 referenze. L’area, ben visibile grazie ad una decorazione dedicata e distinta, presenta, inoltre, un’offerta di prodotti sfusi in silos (66 silos con prodotti sfusi Pft e Pgc) che soddisfano l’esigenza, sempre più sentita, di ridurre in modo sostanziale l’utilizzo di confezioni”.
– Quali le principali novità?
“Le novità principali sulle quali stiamo lavorando sono sicuramente relative al packaging. Entro il 2025, infatti, il 100% degli imballaggi dei prodotti a Marchio dovranno essere riutilizzabili, riciclabili o compostabili. Ad oggi, l’80% dei prodotti Carrefour BIO presenta un packaging 100% riciclabile. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere tutte le linee a marchio Carrefour con confezione totalmente sostenibile. Solo nel 2021, in Italia, abbiamo eliminato 114 tonnellate di packaging dai nostri prodotti a marchio Carrefour”.
Mariangela Latella