In relazione al nostro editoriale di mercoledì scorso – dal titolo ‘AIAB-Federbio, prove di disgelo (con riserva)’ – dal presidente di Federbio, Paolo Carnemolla, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
‘Mi trovo d’accordo sul fatto che ‘avere due visioni, due punti di vista diversi non è per forza negativo, aiuta, rafforza le garanzie per il settore perché lo rappresenta nella sua complessità’.
In effetti FederBio e AIAB sono due realtà differenti: la prima è una federazione unitaria e interprofessionale di organizzazioni e associazioni che non ha eguali come modello organizzativo e il cui percorso di organizzazione e affermazione è appena al primo “giro di boa” (FederBio è “rinata” solo nel 2005); la seconda è un’associazione con un’identità propria di tipo politico e culturale.
Credo che sia importante, per instaurare un dialogo proficuo e continuo, comprendere che le posizioni di FederBio sono espressione dell’insieme degli associati e che questi rappresentano la grande parte del settore a cui appartiene anche AIAB. A tal proposito ritengo che sia dunque interesse di AIAB e dei suoi associati contribuire al fatto che l’Associazione partecipi direttamente al rafforzamento di organizzazioni, strumenti o anche solo posizioni unitarie dell’intero biologico italiano, a cominciare dalla richiesta di punire tutti i responsabili effettivi del fallimento del sistema di certificazione nazionale nella vicenda di frode scoperta dalla Procura di Verona.
Il mio invito è quello di partire proprio da questo punto; in questo momento molto complesso e impegnativo per il bio italiano è necessario essere consapevoli dei propri ruoli per creare tutti i presupposti utili alla creazione di progetti e attività che davvero sostengano il comparto, nella piena trasparenza e tutela di tutti gli attori che ne fanno parte, dal primo anello all’ultimo, consumatori compresi’.