Carne coltivata, il dibattito continua anche dopo l’approvazione del ddl

Carne coltivata

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Cresce la protesta tra gli esperti scientifici contro l’arresto della ricerca sulla carne coltivata, sostenendo che ciò potrebbe limitare l’innovazione nel settore della salute e compromettere la prevenzione delle pandemie.

“Il disegno di legge – afferma Roberto Defez, ricercatore presso l’Istituto di bioscienze e biorisorse del CNR – restringe la ricerca in questo campo. Ma quando si blocca la scienza, si limitano anche le potenziali scoperte imprevedibili“. Defez sottolinea che “questa carne potrebbe solo sostituire una carne di basso pregio e non una carne di qualità elevata”, ma il problema maggiore “è che questa linea di ricerca poteva essere un sistema per spingere l’innovazione nel Paese, senza poi necessariamente far crescere cellule da trasformare in carne da mangiare, bensì impiegandola per rigenerare tessuti distrutti e non più efficienti”.

Marco Annoni, anch’egli del CNR e responsabile del centro per l’etica e l’integrità della ricerca della Fondazione Veronesi, vede la carne sintetica come un’opportunità significativa: “Attualmente, nel nostro mondo sviluppato, il 90% della carne consumata proviene da allevamenti intensivi o ultraintensivi, dannosi per l’ambiente e la salute pubblica. È da contesti simili che spesso sorgono pandemie ed emergenze sanitarie”.

Michele Morgante, genetista dell’Accademia dei Lincei, afferma: “Mancano informazioni cruciali per prendere decisioni informate e definitive. Si può tutelare l’attività degli allevatori italiani senza causare allarmismi nell’opinione pubblica. Sembrerebbe che la decisione non sia stata presa basandosi su dati scientifici”.

Profondamente delusi sono Stefano Biressi e Luciano Cinti dell’Università di Trento, entrambi responsabili della ricerca sulla carne coltivata e finanziati da Bruno Cell, la prima startup italiana dedicata a questo settore. “Siamo sinceramente sconvolti da questa decisione. Si sta negando qualcosa senza alcuna prova del suo potenziale danno per la salute, mentre altri prodotti dannosi, come il fumo, rimangono intatti”. Opinioni forse parziali, ma condivise anche da scienziati non direttamente coinvolti nella produzione di carne.

Fonte: La Stampa

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