Dopo il pane arrivano gli altri prodotti da forno come grissini, tigelle e crescentine. Nato nel 2010, il pane fresco a qualità controllata allarga i prodotti previsti da un accordo rinnovato la settimana scorsa a Bologna per il triennio 2012-2014 tra la Regione Emilia Romagna e tutti gli operatori della filiera: produttori cerealicoli, imprese molitorie, panificatori, CNA e Confartigianato.
Tutti riuniti nell’intesa che ha portato al marchio QC, riconosciuto dall’Unione Europea, che identifica quindi ‘i prodotti realizzati utilizzando tecniche di produzione integrata, rispettose della salute dell’uomo e dell’ambiente’. Un pane e i prodotti attorno sono ‘buoni, sani, naturali e a km zero’ e vengono controllati, tra gli altri, anche da CCPB srl.
Come organismo di certificazione il ruolo di CCPB è verificare che il disciplinare di produzione richiamato nell’accordo sia rispettato e cioè che vengano utilizzate esclusivamente tecniche artigianali e materie prime di assoluta qualità.
Andando nello specifico ciò significa: farine emiliano-romagnole poco raffinate per garantire un adeguato apporto di fibre, proteine, vitamine; sale iodato (ma in una percentuale ridotta del 50%, in linea con le raccomandazioni del Ministero della Salute); olio extravergine d’oliva; nessun ricorso a congelamento o surgelazione; totale assenza di additivi e di agenti chimici per la lievitazione che è esclusivamente a base di lievito madre, bighe e pasta di riposto.
Il risultato ottenuto è un ottimo esempio di come sia possibile raggiungere un gustoso prodotto anche rispettoso dell’ambiente e della salute, grazie alle tecniche della produzione integrata: riduzione al minimo dell’uso di sostanze chimiche di sintesi (prodotti fitosanitari e fertilizzanti), del consumo di acqua e energia.