Il nostro commento video a metà del SANA (per accedere clicca qui) necessita di una ‘coda’ scritta a conclusione della rassegna bolognese.
Il bilancio, alla fine, è stato moderatamente positivo. Gli organizzatori, nelle loro prime dichiarazioni, hanno espresso fiducia per il futuro. Non gli diamo torto. Ma certamente non basta.
Il SANA, nell’ottica di essere quello che tutti noi ci auguriamo che sia, ha bisogno di qualche idea forte, di qualche iniziativa forte, di una più forte presenza sui media. La creatività delle aziende partecipanti, la creatività di un settore giovane e ‘fresco’ come il bio dovrebbe tradursi di più nella creatività di questa fiera che a Bologna trova la sua giusta collocazione.
Bologna, città che ha sempre dato all’Italia una marcia in più, una connotazione di simpatia, di socievolezza, di gioia e di arte di vivere e di creare (musica, poesia, socialità appunto) dovrebbe trasmettere al SANA qualche cosa di più. Anche la città cioè dovrebbe riflettere sul SANA (e magari investirci), perché un SANA che non sia grande, per Bologna è un’occasione sprecata, gettata al vento. Bologna è l’indiscussa capitale del bio italiano: e allora, cosa aspetta?
Antonio Felice