Biofach, in Germania l’Italia bio può crescere

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La Germania è il primo mercato europeo per il biologico, l’Italia è il primo Paese esportatore e tuttavia la quota di mercato dell’Italia in Germania è ancora ben al di sotto del suo potenziale.

Il dato emerge in modo netto al Biofach di Norimberga dalle dichiarazioni che hanno rilasciato a GreenPlanet i top-manager di due aziende leader del settore, Almaverde Bio e Alce Nero Mielizia.

 

Il lavoro che i due colossi del biologico italiano debbono fare in Germania è ancora molto grande. Massimo Monti, amministratore delegato di Alce Nero & Mielizia SpA, ha ammesso che mentre in altri mercati esteri il marchio è affermato, in Germania la strada da fare è ancora grande.

Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio, è stato ancora più esplicito: ‘Esportiamo qualcosa verso il nord della Germania, per il resto dobbiamo ancora costruire il nostro spazio’.

Sono dichiarazioni che fanno riflettere, al di là di tutte le considerazioni legate alle difficoltà di sviluppare nuovi spazi di mercato in una fase di crisi che non ha gettato il biologico nella recessione ma che certamente ne ha intaccato i ritmi di crescita.

In Germania il biologico è cresciuto del 7% nel 2008 e nel 2009 e del 9% nel 2010; ancora nel primo semestre 2011 dovrebbe essere cresciuto intorno all’8%. E’ un mercato che vale più di 6 miliardi di euro all’anno e dove il 21% dei consumatori acquista bio.

L’Italia condivide con la Spagna la leadership tra i fornitori di ortofrutticoli freschi bio anche se è l’Olanda il principale fornitore di carote e cipolle bio e un ruolo non piccolo svolge pure Israele. Un dato importante è che la metà delle mele biologiche importate in Germania sono made in Italy, con una netta prevalenza del prodotto sud-tirolese. Ma l’Italia può fare molto di più in termini di servizio e di innovazione.

Secondo Pari, bisognerebbe trovare dei sistemi nuovi per rendere interessanti alcuni settori particolari: ‘Con Almaverde Bio cerchiamo di presentare i nostri prodotti più interessanti di IV e V gamma, le minestre e i frullati’. Ma il sospetto è che gli italiani debbano mettere in piedi nuove strategie di marketing per ribadire il loro peso sul centrale mercato della Germania. 

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