Bioeconomy Day, a Bologna focus sulle biotecnologie agrarie

Bioeconomy Day - Bologna

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Un nuovo patto tra il mondo accademia e il mondo dell’industria affinché possa avvenire il trasferimento necessario dalla ricerca verso la tecnologia, perché le industrie chimiche possano effettivamente diventare biobased. “Solo in questo modo le visioni della ricerca potranno diventare realtà”. Esprime questo concetto con grande convinzione Massimo Riceputi, membro del Consiglio direttivo di Assobiotech, intervenuto giovedì 25 maggio al convegno Biotecnologie per i Goal delle Nazioni Unite che si è tenuto al dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna nella Giornata della Bioeconomia (vedi news) , meta-settore la cui strategia è stata lanciata dalla Commissione europea nel 2012. Allora, nella pubblicazione A bioeconomy strategy for Europe – Working with nature for a more sustainable way of living, si è stabilito che questo nuovo approccio dovesse provenire “dalla ricerca scientifica e dall’innovazione, combinando un’ampia gamma di discipline, tra cui agronomia, ecologia, trasformazione alimentare, ingegneria, biotecnologia e chimica, genetica, economia e scienze sociali”: la bioeconomia, insomma, sarebbe una strategia nata per  affrontare “la produzione di risorse biologiche rinnovabili e la loro conversione in prodotti vitali, che vanno da alimenti e mangimi a prodotti a base biologica e bioenergia”.

Nessuno ha nominato gli OGM, durante il convegno, ma si è parlato piuttosto di new breeding techinques – tema di cui Greenplanet si è già occupato più volte – o di TEA (tecnologie di evoluzione assistita) perché l’ottica attraverso cui guardare il futuro del settore agroalimentare è un’altra, il paradigma è chiaro: la tecnologia applicata alla genetica può rispondere all’urgenza della sostenibilità ambientale, contrastare il cambiamento climatico, sfamare una popolazione in aumento e abbattere l’uso di fitofarmaci: gli stessi obiettivi che si pone anche il mondo dell’agricoltura biologica.

Il Bioeconomy Day, nasce infatti, per condividere l’importanza di una nuova economia che lavora su biotecnologie nuove e rinnovabili, considerate motore dello sviluppo sostenibile perché possono essere cruciali per raggiungere alcuni dei goal dell’Agenda 2030: sconfiggere la fame; consumo e produzioni responsabili; città e comunità sostenibili; lotta contro il cambiamento climatico; vita sulla terra.

Al convegno, quindi, si parla di genomica circolare o genomica 2.0, come la chiama, Roberto Tuberosa, docente di Genetica agraria al Distal: “La genomica circolare, ci consente di fare cose inimmaginabili: occorre mettere le mani su geni e pezzi di DNA per fare l’editing ed essere, ad esempio, anche autonomi dal punto di vista della reperibilità del grano”. Nell’ultimo anno è stato evidente come la guerra tra Russa e Ucraina abbia seriamente messo in difficoltà tanti Paesi, soprattutto quelli più poveri: questi fenomeni portano sempre inevitabilmente nuove migrazioni con tutto ciò che questo fatto comporta.

Il pensiero corre al Nobel per la chimica 2022, andato alle due scienziate sviluppatici del sistema che sta alla base dell’editing del genoma – CRISPR-Cas9 – Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna.

L’Università di Bologna, dal canto suo, su questi principi, ha inaugurato un nuovo corso di laurea magistrale in Biotecnologie agrarie vegetali nella sua sede di Imola che formerà nuovi ricercatori, sperimentatori e anche dirigenti presso enti in questo ambito con l’auspicio, secondo Silvio Salvi, docente del Distal di Genetica agraria, che queste conoscenze trovino applicazione concreta e siano leve per una produzione sempre più sostenibile.

Il concetto che emerge dalla tavola rotonda è molto chiaro ed è alla base della bioeconomia stessa: le biotecnologie agrarie ed industriali, le loro potenzialità e la loro applicazione sono “strumenti di innovazione e di sviluppo sostenibile, efficaci per conseguire gli obiettivi fondamentali dell’Agenda 2030 Unesco, per contrastare i cambiamenti climatici e per salvaguardare l’ambiente, incrementare la qualità delle produzioni agricole”, come ribadisce Rosalba Lanciotti, direttrice del Distal. Che aggiunge: “I diversi attori del settore agroalimentare, della ricerca, così come gli enti territoriali devono coordinarsi per mettere a punto strategie efficaci per l’attuazione del piano strategico italiano della bioeconomia”.

I numeri della bioeconomia sono già importanti: li snocciola Fabio Fava, docente dell’Alma Mater e membro del Gruppo di coordinamento nazionale bioeconomia CNBBSV della Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Si tratta di un meta-settore che è cresciuto anche nonostante la pandemia”.

L’ultimo rapporto sulla bioeconomia in Europa di Intesa Sanpaolo, realizzato in collaborazione con il Cluster SPRING e Assobiotec-Federchimica, ha messo in evidenza come il valore della produzione della bioeconomia in Italia nel 2021 sia stata di 364,3 miliardi di euro con poco più di 2 milioni di occupati. L’Italia si posiziona al terzo posto in Europa, dopo Germania (463,6 miliardi) e Francia (379,4 miliardi). https://assobiotec.federchimica.it/attivit%c3%a0/dati-e-analisi/bioeconomia

Assobiotec, Associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie, dal canto suo, rappresenta presso gli stakeholder di riferimento, circa 130 imprese e parchi tecnologici e scientifici operanti in Italia nei diversi settori di applicazione del biotech: salute, agricoltura, ambiente e processi industriali.

Manca, ad oggi, un tassello importante, quello della comunicazione della bioeconomia verso cittadini e cittadine ma ancor prima verso gli agricoltori stessi: molto dei progetti di ricerca in essere sono tesi proprio a fornire agli agricoltori gli strumenti necessari per comprendere i vantaggi della bioeconomia. Lo ricorda Davide Viaggi, economista agrario del Distal, sottolineando che senz’altro la formazione costituisce un pezzo della presa di consapevolezza su ciò che la bioeconomia è e può dare; fondamentali, poi, politiche chiare e incisive.

Chiara Affronte

Notizie da GreenPlanet

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