L’agricoltura biodinamica continua a suscitare dibattiti accesi, alimentati tanto dal suo legame con l’esoterismo di Rudolf Steiner quanto dalla mancanza di solide basi scientifiche a supporto delle sue pratiche. Una recente ricerca condotta in Svizzera ha messo sotto esame i preparati biodinamici 500 (cornoletame) e 501 (cornosilice), confrontandoli con le tecniche dell’agricoltura biologica. I risultati non sembrano giustificare le pratiche ritualistiche alla base di questi preparati.
Lo studio, dal titolo “Effect of biodynamic preparations 500 and 501 on vine and berry physiology, pedology and the soil microbiome”, è stato realizzato in un vigneto a Mont-sur-Rolle, in Svizzera, e si è protratto per cinque anni. L’obiettivo principale era verificare se i preparati biodinamici apportassero maggiori benefici – misurabili sulle coltivazioni, sulle uve e nel terreno – rispetto alla gestione biologica. Per farlo, i ricercatori hanno esaminato parametri legati alla fisiologia delle piante, come il peso medio degli acini, il grado zuccherino e i contenuti di acidi organici nelle uve. Sono stati valutati anche i raccolti, la qualità delle potature e le caratteristiche del suolo, tra cui densità, ritenzione idrica, stabilità strutturale e microbioma fungino.
I risultati hanno dimostrato che non esistono differenze significative tra le tecniche biologiche e quelle biodinamiche. Le rese, la qualità delle uve e le proprietà del terreno sono rimaste pressoché invariate. Anche il microbioma del suolo non ha evidenziato alcuna variazione rilevante tra le parcelle trattate con i preparati 500 e 501 e quelle irrigate con semplice acqua. La composizione delle comunità fungine nel suolo è risultata simile, confermando risultati di studi precedenti, che indicavano effetti trascurabili dei preparati biodinamici sul microbioma.
Questo fallimento nell’evidenziare vantaggi concreti pone l’accento sul distacco della biodinamica dall’agronomia moderna facendo apparire superati i rituali di Steiner, soprattutto alla luce dei progressi scientifici e tecnologici che hanno reso l’agricoltura più efficiente e produttiva. Attualmente, le tecniche agricole permettono rese cinque-dieci volte superiori rispetto all’epoca in cui Steiner formulò le sue teorie, periodo in cui la sopravvivenza delle aziende agricole era l’obiettivo primario.
La Redazione