Biocereals 4.0: digitalizzazione e consulenza fondamentali per il futuro del bio marchigiano

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Al via il progetto Biocereals 4.0 nelle Marche. Nasce dalla Cooperativa Montebello di Pesaro Urbino e consiste in una serie di strumenti che applicano la digitalizzazione alla filiera produttiva dei seminativi bio. Dall’impiego di droni per monitorare la salute delle piante alle App per caricare direttamente dal campo tante informazioni utili alla gestione dell’attività agricola e soprattutto sapere quanto è stato piantato. Un dato ignoto fino a prima del Covid. Mancano ancora banche dati sulla produzione (importantissimi con lo stato di cambio climatico in atto) e di commercializzazione ma non è, al momento, il principale problema per la reale applicazione di questa necessaria implementazione scientifica.

Il punto principale per la sua applicabilità, infatti, è il “digital divide”, ossia l’impossibilità per la quasi totalità delle aziende agricole di accedere ad una rete internet per potere usare questi strumenti. Problema che non riguarda naturalmente solo la Regione Marche, ma tutto il resto dell’Italia in cui, secondo le statistiche, le aziende agricole collegate ad una rete internet sono al di sotto del 3% lungo la Penisola.

“Abbiamo implementato questo progetto – ci spiega Francesco Torriani, coordinatore del settore biologico per Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentare  – su venti delle 420 aziende agricole della filiera dei cereali che ruotano intorno alla cooperativa, di queste ben 370 sono socie. In pratica su quelle che avevano la connessione Internet. Nonostante questo, però, è importante sviluppare progetti di questo tipo perché, se si vuole che il bio entri nel futuro servono scelte di fondo. Il quadro generale è favorevole al bio e alla transizione ecologica, ma saranno in pochi a cogliere queste opportunità se non superiamo l’altro problema che sta alla base: la frammentazione nella produzione.

L’innovazione va realizzata in termini di sistema, coinvolgendo tutta la filiera, anche sul piano delle conoscenze e delle competenze. In questo senso abbiamo sviluppato e messo in funzione un sistema di soluzioni completo al servizio di tutte le aziende socie e di quelle che vorranno aderire alla nostra cooperativa, che produce oltre a seminativi anche altre derrate agricole bio”. Digital divide permettendo.

Il progetto Biocereals 4.0 è frutto di un finanziamento PSR da 300 milioni su tre anni e, per il momento è a disposizione degli ettari aggregati alla cooperativa coltivati a cereali bio che sono circa il 25% del totale regionale.

“Noi coltiviamo circa 6mila ettari di seminativi bio su circa 20mila regionali. – precisa Torriani – La SAU complessiva delle Marche dedicata ai prodotti agricoli certificati è di 115mila ettari”.

Grazie al progetto Biocereals 4.0, condotto dalla cooperativa Montebello (ecosistema Girolomoni) insieme con l’Università Politecnica delle Marche e Apra – Var, sono stati testati una serie di strumenti digitali per innovare il settore. I risultati del progetto sono stati illustrati la settimana scorsa nel corso del convegno “Nuovi scenari per la transizione ecologica e digitale delle filiere agricole biologiche” che si è tenuto a Morro d’Alba (AN) presso l’azienda Mario Lucchetti.

“Il progetto Biocereals 4.0 – ha sottolineato Pierfrancesco Fattori, presidente della Montebello – è stato importante per capire che questi nuovi strumenti rispondono a un bisogno concreto delle aziende e che è necessario sviluppare una serie di servizi per favorire il lavoro in rete. Dunque digitalizzazione e consulenza saranno concetti fondamentali per il futuro del bio marchigiano”.

Il progetto è stato realizzato in tre anni di lavoro ed ha visto l’Università Politecnica delle Marche sviluppare una intensa attività di ricerca per applicare le nuove tecnologie alla filiera agroalimentare. “In agricoltura biologica – ha detto Raffaele Zanoli, professore di Economia agraria alla Politecnica – le difese sono naturali, per questo gli strumenti per prevedere infestazioni e malattie sono particolarmente importanti. La digitalizzazione consente risparmi e controllo, anche se il digital divide è ancora un problema”.

Gianluca Regoli di Apra – Vargroup company ha illustrato gli strumenti adottati in Biocereals 4.0, tra cui i sistemi per gestire normative e contratti, per compiere scelte ragionate sulla programmazione delle semine, per raccogliere dati direttamente sul campo e orientare le decisioni, per controllare in tempo reale i processi di conferimento dei cereali e la situazione nei centri di stoccaggio.

Francesco Maria Martini di UNIVPM si è concentrato sul ruolo dell’intelligenza artificiale e della sensoristica avanzata, che grazie ad un monitoraggio costante sulla salute della piante consentono di intervenire tempestivamente e anche di sviluppare modelli predittivi.

Mariangela Latella
maralate@gmail.com

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