In Friuli Venezia Giulia nasce una nuova alleanza per il futuro della frutticoltura biologica. Si chiama “Rete Mela Bio FVG” ed è un progetto promosso da AIAB FVG (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), che riunisce sei aziende produttrici di mele biologiche con l’obiettivo di valorizzare e consolidare la filiera regionale.
La Rete – costituita dopo un anno di incontri, analisi e confronto – rappresenta un passo importante per dare maggiore coesione a un comparto che oggi conta circa 300 ettari coltivati a biologico, con un potenziale di crescita significativo.
I protagonisti
A guidare la nuova realtà è Davide De Munari, produttore di San Vito al Tagliamento, eletto presidente della Rete. Accanto a lui, i vicepresidenti Gianni Nata (Sedegliano) e Ivo Unterholzer (Mortegliano), insieme ai soci Giovanni Tolusso (Vivaro), Manlio Patat (Gemona) e Alessandro Di Bert (Udine).
“Con la Rete vogliamo creare uno strumento capace di favorire l’innovazione nel nostro settore”, ha spiegato De Munari. “Sarà una piattaforma per condividere esperienze, testare nuove varietà e sistemi di coltivazione, ma anche per sviluppare attività di trasformazione e commercializzazione, così da dare più valore al prodotto bio regionale.”
Innovazione, qualità e territorio
Tra le priorità individuate dal gruppo figurano il rafforzamento della produzione biologica del melo, la diversificazione varietale, l’avvio di collaborazioni con la ristorazione collettiva e scolastica e la costruzione di una filiera di trasformazione condivisa, dotata di un impianto moderno per la selezione e la calibrazione dei frutti.
Un progetto che mira a coniugare sostenibilità, qualità e radicamento territoriale, portando le mele bio del Friuli Venezia Giulia a competere in modo più strutturato sui mercati nazionali e internazionali.
Un modello di rete per il biologico
La nascita della “Rete Mela Bio FVG” è sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia e da AIAB FVG, che vedono in questa iniziativa un modello di riferimento per la frutticoltura biologica regionale. L’obiettivo è duplice: rafforzare la competitività delle aziende e comunicare al consumatore il valore del biologico friulano, fatto di impegno ambientale, qualità organolettica e coesione tra produttori.
Un esempio concreto di come il biologico possa crescere attraverso la collaborazione e l’innovazione, mantenendo saldo il legame con la terra e le comunità che la coltivano.
La Redazione














