Bio in USA e Canada, tra crescita dei consumi, dazi ed evoluzione normativa

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I consumi di biologico crescono. La politica dei dazi inaugurata da Trump sta causando grande instabilità e incertezze nei mercati. Queste, in estrema sintesi, le principali evidenze emerse in un recente webinar organizzato da IFOAM e focalizzato su Canada e USA, due dei principali mercati mondiali per il Bio. 

Partiamo dagli Stati Uniti. Qui il mercato al dettaglio ha raggiunto i 71,6 miliardi di dollari nel 2024, con un aumento di 3,5 miliardi rispetto all’anno precedente. La crescita è stata del 5,2%, un tasso significativamente più veloce di quello di crescita del mercato totale. Oltre 20 categorie superano il miliardo di dollari di vendite, sia tra i prodotti freschi (frutta, verdura, latticini, uova), che trasformati (cereali per la colazione, succhi, caffè, snack).

“Una recente indagine dell’Organic Trade Association (OTA), sui consumatori statunitensi nel 2025 – Tom Chapman, Co-CEO dell’organizzazione – ha rilevato che il logo USDA Organic è quello di cui gli americani si fidano maggiormente. Infatti mostrano una maggiore propensione a pagare di più per i prodotti biologici rispetto a quelli con altre certificazioni o indicazioni specifiche, soprattutto tra le generazioni più giovani (Millennial e Gen Z)”. 

Se il consumo cresce, la produzione interna non ha tenuto il passo e gli USA dipendono dalle importazioni, soprattutto da Messico e Canada, su cui però grava il peso dei dazi. “Il panorama dei dazi – ha affermato Chapman – è in rapida evoluzione. L’incertezza derivante da questi continui cambiamenti rappresenta una sfida significativa per le imprese. A questo si aggiungono le incognite sul rinnovo di alcune misure di sostegno alla filiera Bio, stabilite dalla precedente Amministrazione”.

Per navigare queste sfide OTA si sta concentrando sulle attività di advocacy presso i decisori politici per sostenere lo sviluppo del mercato del biologico, rafforzare la produzione interna, fornire agli agricoltori gli strumenti per crescere, proteggere la fiducia nel logo bio ed espandere l’educazione dei consumatori. 

Passando il confine, in Canada il Bio vale 9,01 miliardi di dollari canadesi (circa 6,4 miliardi di dollari USA), l’80% derivante da cibo e bevande. La quota di mercato è circa il 3,4% e continua a crescere ogni anno, sebbene il tasso di crescita sia rallentato leggermente negli ultimi anni. “La quota di mercato è superiore nei prodotti freschi – ha spiegato Tia Loftsgard, Direttore Esecutivo della Canada Organic Trade Association (COTA) -, ma si è osservata una diminuzione nell’acquisto di questi ultimi a favore dei surgelati durante la pandemia. I prodotti trasformati hanno visto una forte crescita, mentre l’offerta di carne biologica è ancora limitata”.

La domanda rimane forte. Il 55% dei consumatori riferisce di cercare cibo biologico “sempre o a volte”, e l’87% acquista biologico “sempre, spesso o a volte”. Il 60% dichiara di essere disposto a pagare di più per i prodotti biologici, poiché si allineano con i propri valori e il 39% dice che comprerebbe sempre bio, se potesse permetterselo. 

Anche il Canada è un importatore di alimenti bio. Le importazioni sono state valutate 989,54 milioni di dollari CAD nel 2024, con un aumento del 13% rispetto al 2023. Il 34% del volume delle importazioni proviene dagli Stati Uniti. “Il Canada – ha spiegato Tia Loftsgard – ha accordi di equivalenza per la certificazione bio con USA, UE, Svizzera, Costa Rica, Giappone, Taiwan, UK, Messico e Corea del Sud. A partire dal 26 maggio prossimo i certificati bio dovranno essere caricati in un sistema dedicato, usando un codice specifico”. 

Il Canada è anche un esportatore, per un totale di 987,76 milioni di dollari CAD nel 2024 (+44% rispetto al 2023). L’export di biologico verso gli Stati Uniti è state valutato 1,797 miliardi di dollari CAD, ma probabilmente questa cifra potrà variare, per effetto dei dazi. “Alla tariffa del 25% sui prodotti canadesi imposta dagli USA – ha proseguito – il Canada ha risposto con la stessa percentuale su 65 prodotti, tra cui anche alcuni biologici: prodotti freschi, caffè e tè. La politica dei dazi ha provocato la nascita del movimento “Buy Canadian: i negozi segnalano i prodotti di origine nazionale e alcuni consumatori stanno attivamente boicottando prodotti statunitensi. Anche la Cina ha annunciato nuovi dazi, in risposa a quelli introdotti da Canada su veicoli elettrici, acciaio e alluminio”. 

In questo contesto, lo Stato della foglia d’acero è alle prese con la quinquennale revisione degli standard biologici, che entrerà in vigore a dicembre 2025. Nel frattempo è in fase di sviluppo una strategia a lungo termine per il settore bio – l’Organic Action Plan – che dovrebbe avere come priorità lo sviluppo del mercato e il commercio.

Elena Consonnni

Notizie da GreenPlanet

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