Il test di copertina della rivista “Il Salvagente” di febbraio ha come oggetto la ricerca di pesticidi nelle banane, banane bio incluse, acquistate nei banconi di importanti punti vendita italiani di GDO e discount. Il Salvagente ha portato in laboratorio 20 campioni di agricoltura convenzionale e biologica di questo frutto che è il più commercializzato al mondo e, in assoluto, il quinto prodotto agricolo più venduto.
Nemmeno le banane bio si salvano dall’inchiesta della rivista. In tre casi, infatti, le banane biologiche presentano tracce di molecole chimiche nella parte edibile “fino a 6 sullo stesso frutto”, comunque in quantità inferiori ai limiti di legge.
“Ci ha sorpreso – si puntualizza nell’articolo – la contaminazione di alcune referenze biologiche, una novità assoluta per i test del Salvagente”.
Una nota positiva è l’impegno assunto da due marchi, Esselunga e Carrefour: “Entrambe le insegne si sono dette sorprese e se la prima ha bloccato le importazioni di altri alimenti provenienti dallo stesso produttore, il marchio francese della GDO ha subito avviato un attento esame della procedura di controllo”.
Le banane sono coltivate in 150 Paesi del mondo e ogni anno ne vengono prodotte 105 milioni di tonnellate. In Italia se ne importano 600 mila tonnellate, con un consumo pro capite di 10,5 kg, che corrispondono a circa 60 frutti per persona. Un successo legato indubbiamente al gusto ma anche alle virtù nutrizionali: le banane sono un concentrato di potassio, vitamine e sali minerali a basso costo. Talvolta così basso che è pressocché impossibile assicurare una buona remunerazione ai piccoli agricoltori che dall’altra parte del mondo (India, Ecuador e Brasile) faticano per nove lunghi mesi per coltivare un frutto che arriverà sugli scaffali dei supermercati anche a 79 centesimi al chilo.
La Redazione