Approvato PSN per la PAC 2023-27. Lettera a Lollobrigida: “Rischio trappola per il Bio”

LOLLOBRIGIDA

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Il 2023 si è aperto con un brutto grattacapo per il Biologico, o meglio per il futuro del settore. A denunciarlo – da più fronti – sono le associazioni e i protagonisti del comparto, che ravvisano nella nuova programmazione del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-27 il rischio di una una trappola: una modifica del limite temporale entro il quale essere in regola per la conversione al biologico, anticipata al 31 dicembre 2022, potrebbe mettere a rischio decine di migliaia di euro di fondi alle imprese.

“Un codicillo temporale, insomma, che potrebbe rendere inaccessibili i finanziamenti per molte nuove realtà che hanno deciso di scommettere sul futuro green dell’agricoltura italiana”, come scritto in una lettera al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF), e per conoscenza agli assessori regionali all’agricoltura, da Maria Grazia Mammuccini e Giuseppe Romano, rispettivamente presidenti di FederBio ed AIAB (nella foto sopra).

“Abbiamo voluto evidenziare – spiegano i due presidenti – che fissare una scadenza al 31 dicembre per la presentazione delle notifiche biologiche, in un quadro di totale incertezza, sarebbe stato assolutamente inopportuno e controproducente per il conseguimento degli obiettivi del Piano Strategico per la PAC, nel quale è previsto che, entro il 2027, i terreni coltivati con metodo di produzione bio devono arrivare al 25% della superficie agricola totale nazionale”.

Tale imposizione potrebbe dunque limitare l’accesso di nuove attività agricole che in questo periodo stanno valutando le informazioni sulla nuova PAC al fine di programmare le proprie scelte future. Di fatto, le superfici eleggibili all’Azione SRA29.1 “Conversione all’agricoltura biologica” devono essere state notificate per la prima volta precedentemente all’avvio del periodo di impegno, ovvero prima del 2023, determinando così l’arresto dell’espansione del Biologico e una sua logica contrazione, non essendo le risorse disponibili (identiche a quelle della passata programmazione) sufficienti a premiare che 1.500.000 ettari degli attuali 2.200.000 già gestiti in biologico.

Il MASAF a tal riguardo ha attivato una serie di interlocuzioni con gli uffici della Commissione europea, che auspichiamo diano quanto prima un esito positivo con una proroga dei termini di presentazione delle notifiche biologiche. “Le associazioni – concludono AIAB e FederBio – sono determinate nel continuare a fare pressione fino a quando non sarà trovata una soluzione. La crisi economica dovuta al caro energia e la lotta contro il cambiamento climatico richiedono scelte politiche coraggiose che tengano conto dell’importanza della riconversione green nell’ottica di semplificazione degli iter burocratici e come è stato più volte da noi ribadito il biologico è uno strumento importantissimo per l’uscita dalle crisi del comparto agricolo. Sarebbe assurdo che un cavillo burocratico fermasse la crescita dell’agricoltura biologica nazionale”.

Più dure altre associazioni del biologico che parlano di “una truffa contro il Biologico in grado di danneggiare tutta l’agricoltura italiana“. Così scrivono in una loro missiva indirizzata allo stesso ministro Lollobrigida: “Augurandole un proficuo 2023 per la missione che si è impegnato a portare avanti, la informiamo con rammarico che alcuni dirigenti del suo Ministero e soprattutto il vertice europeo di un partito di opposizione, lavorano da sempre per boicottare l’agricoltura biologica, riuscendoci appieno con l’ultimo raggiro inserito ad arte nella versione appena approvata del Piano Strategico Nazionale per la PAC 2023-2027 di cui le sottoponiamo lo stratagemma che bloccherà, contro ogni previsione istituzionale, l’agricoltura biologica nella sua espansione, facendo ritornare indietro la SAU certificata di diversi punti percentuali”.

“Il passaggio che è stato presentato il 9 dicembre scorso per mail dal dirigente MASAF Giuseppe Blasi alle associazioni agricole e dei consumatori, nascosto all’interno di 3.654 pagine, vede il cambiamento ben orchestrato a danno degli agricoltori e dei consumatori italiani, dei criteri di ammissibilità ai finanziamenti Bio per l’Azione SRA 29.1, in cui con scaltrezza si prevede di far notificare entro il 31 dicembre 2022 l’entrata nel sistema di controllo per le aziende agricole che intendono dal 2023 farsi finanziare, risorse permettendo, la totalità o una parte dei costi, del mancato guadagno e degli eventuali costi di transazione a cui si assoggettano con il nuovo percorso Bio”.

Nelle ultime settimane del 2022, le Regioni e le Province autonome hanno iniziato a pubblicare i bandi per il 2023, a questi però si potrà accedere solo se sono state rispettate le condizioni di ammissibilità già dal primo gennaio scorso.

Entrambe le lettere si concludono con un appello a fare marcia indietro, confidando in un celere intervento ministeriale. Ad oggi però non è arrivata nessuna notifica di proroga del suddetto periodo. (c.b)

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