Il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo, la prima normativa europea che riconosce il suolo come una risorsa viva e limitata, da tutelare al pari di acqua e aria. L’obiettivo è creare un quadro comune per monitorare la salute dei terreni in Europa, promuovere pratiche di gestione sostenibile, ridurre il consumo di suolo e gestire in modo efficace i siti contaminati.
La nuova normativa introduce un sistema europeo di monitoraggio del suolo, basato su metodologie comuni, che prevede la sorveglianza delle sostanze chimiche più diffuse, come PFAS, pesticidi e microplastiche. Gli Stati membri dovranno raccogliere e condividere dati fisici, chimici e biologici dei suoli, per avere un quadro europeo comparabile e coordinato. Questo approccio mira a migliorare la resilienza dei terreni, garantire cibo sicuro, acqua pulita e sostenere la sovranità alimentare.
Per l’Italia si apre ora una fase cruciale: occorrerà sviluppare il sistema nazionale di monitoraggio, dei campionamenti e della gestione dei dati, con il supporto tecnico-scientifico di ISPRA e in collaborazione con altre istituzioni e realtà nazionali.
La notizia è stata accolta con entusiasmo dai ricercatori durante una visita al progetto europeo Monalisa nel Parco dell’Alta Murgia, dove si sperimentano soluzioni innovative per contrastare il degrado del suolo, la desertificazione e per ripristinare gli ecosistemi naturali.
L’approvazione della Direttiva arriva in un contesto più ampio di impegno europeo per il clima: il Parlamento ha infatti adottato anche una risoluzione in vista della COP30, ribadendo il ruolo dell’UE come leader globale nella lotta ai cambiamenti climatici e nell’attuazione di politiche di transizione energetica e sostenibilità ambientale.
La Redazione



 
															 
		
		
		










